Il Governo vuole più elettrosmog: soglie più alte per LTE

Il decreto sviluppo innalza gli attuali limiti di emissione elettromagnetica degli impianti mobili e televisivi. Le Agenzie regionali per l’ambiente (ARPA) e l’Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra) si oppongono: vi sono rischi per la salute.

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a cura di Dario D'Elia

La domanda è semplice: vogliamo più antenne per le reti mobili o qualche rischio in più per la salute? Il Governo sostiene che sia accettabile alzare gli attuali limiti di emissione elettromagnetica degli impianti; le Agenzie regionali per l'ambiente (ARPA) e l'Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra) invece sono decisamente contrari.

Il decreto sviluppo, che dovrebbe essere approvato a giorni, entra nel merito della questione con una revisione della legge sui valori massimi tollerabili dei campi magnetici. Ad esempio uno dei nodi chiave è quello riguardante i limiti dei 6 V/m imposti in ogni area pubblica e indoor, senza distinguere tra quelle ad alta permanenza (più di 4 ore) e quelle a bassa frequentazione. In ogni caso quel che conta è che si parla di innalzare le soglie degli impianti di telefonia mobile, stando a quanto riportano i documenti inviati dall'Arpa e l'Ispra al Governo.

Elettrosmog

"In questa maniera se ne esclude l'applicabilità su tutte le aree di pertinenza esterne delle abitazioni, come i balconi, terrazzi, giardini e cortili", ha spiegato Giorgio Assennato, presidente dell'Assoarpa. In pratica i 6 volt per metro rimarrebbero un limite solo per l'interno degli edifici

Ora, la questione di fondo è che per gli operatori mobili, come ad esempio Vodafone, bisognerebbe "specificare meglio le metodiche e le aree di misurazione", quindi aggiornare la normativa. I limiti stringenti insomma incidono negativamente sulle possibilità di condivisione dei siti di trasmissione/ricezione obbligando alla moltiplicazione delle antenne. Il tutto considerando che in Europa mediamente la soglia è di 40 volt per metro.

"C'è il rischio che in Italia gli operatori debbano installare dai 15mila ai 20mila nuovi siti per il deployment dell'LTE con un evidente aggravio di costi e con un insostenibile impatto paesaggistico", sostiene infatti Mario Frullone, direttore ricerche della Fondazione Ugo Bordoni.

Per di più secondo Assennato "la nuova disposizione permette che la popolazione nelle ore diurne possa essere esposta a valori di campo di gran lunga superiori" a quelli attuali. Il motivo si deve al fatto che verrà applicata una media statistica di rilevamento su base giornaliera, dimenticando che la  "notte la potenza è notevolmente ridotta". Attualmente, a essere precisi, si misurano come campione 6 minuti a massima potenza.

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Il risultato finale, secondo una simulazione Arpa, è che gli impianti radio-TV avranno una soglia più alta del 30% e quelli mobili del 70%.

"Un deciso passo indietro rispetto a quanto stabilito dalla vecchia legge che contribuirebbe ad alimentare il clima di sfiducia dei cittadini nei riguardi delle istituzioni. Il decreto rischierebbe, infatti, di riportare il paese indietro di dieci anni, in una situazione di conflitti sociali che allo stato attuale delle cose sembrava ampiamente superata grazie all'attività di controllo, informazione al cittadino e trasparenza dell'azione amministrativa", si legge nella lettera Ispra.

"Lo Iarc (International agency for research on cancer) ha reso noto di aver classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibilmente cancerogeni per l'uomo".

I tecnici Iarc e Arpa sostengono che vi siano delle aree critiche in Italia dove effettivamente gli operatori potrebbero aver bisogno di maggiore libertà per l'implementazione LTE. Resta il fatto che poche eccezioni non dovrebbero abbassare diffusamente le soglie di sicurezza e tranquillità della popolazione.

L'ultima nota la dedichiamo agli operatori. Siamo un'avanguardia del mercato mobile e ci siamo sviluppati anche se abbiamo limiti di emissione stringenti. Possibile che non si possa proseguire su questa strada, magari con un compromesso? All'estero di queste cose se occupa di solito la politica.