Il porno su Megaupload viola le norme sul copyright

Il colosso della pornografia USA ha denunciato Megaupload per violazione delle norme sul copyright. Il giudice della Corte Distrettuale del Sud della California ha acconsentito al processo.

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a cura di Dario D'Elia

Megaupload, uno delle più note piattaforme di web hosting, sarà costretta a difendersi in tribunale dal colosso della pornografia statunitense Perfect 10. Le accuse sono quelle di sempre: violazione (diretta) delle normative sul copyright e complicità nelle azioni di pirateria attuate dai suoi clienti. Com'è risaputo infatti molti utenti Megaupload sfruttano il servizio anche per condividere e individuare contenuti pirata di ogni genere.

Perfect 10 - clicca per ingrandire (!)

La scorsa settimana la Corte Distrettuale del Sud della California ha ritenuto accettabili le rimostranze di Perfect 10 e quindi dato il via all'iter processuale. Megaupload è accusata nello specifico di consentire e favorire l'upload di filmati il cui copyright appartiene a Perfect 10; senza contare il fatto che la presenza di questo materiale sulla piattaforma stimola la crescita degli abbonamenti.

"Megaupload funziona come qualcosa di più di un semplice operatore passivo e di una piattaforma di archiviazione", sostiene il giudice Irma Gonzalez. "Ha creato siti distinti presumibilmente nel tentativo di agevolare gli utenti nell'accesso a differenti tipi di media. Incoraggia e in alcuni casi premia i suoi utenti con ricompense quando vengono uplodati grandi quantità di media popolari. Dissemina URL di file per la Rete. Fa versamenti ai siti affiliati che mantengono un catalogo di tutti i file e alla fine è plausibile che sia a conoscenza delle violazioni presenti sui siti".

MegaUpload

Da rilevare inoltre che le scorrettezze riguarderebbero anche i siti del network Megaupload , ovvero Megarotic.com, Megaporn.com, Megavideo e Megaclick.com.

L'esito della vertenza non è scontato, ma bisogna anche sottolineare che Perfect 10 non è mai riuscita a dimostrare la veridicità delle sue accuse contro i grandi del Web: ha perso contro Google, Rapidshare, Microsoft, Giganews e Amazon.