Il Porno trova casa online, è il dominio .xxx

L'ICANN approva, questa volta definitivamente, il dominio .xxx per i siti a luci rosse. L'industria del porno però non ci sta a essere ghettizzata sul Web e teme che così sarà più facile l'opera di filtro, con ovvie ripercussioni economiche.

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a cura di Manolo De Agostini

I siti porno hanno finalmente il loro dominio. Il .xxx diventerà il quartiere a luci rosse del Web, ghettizzando i siti che offrono contenuti erotici, di qualunque genere, a pagamento e non.

L'approvazione di questo dominio ha subito più volte degli intoppi (.xxx, i siti porno avranno un loro dominio), ma ora l'ICANN sembra aver dato il lasciapassare finale. I primi domini .xxx dovrebbero iniziare ad apparire entro pochi mesi.

Tra chi esulta però non c'è l'industria del porno o almeno, non tutta. Grandi nomi si sono riuniti nella Free Speech Coalition per esternare tutta la loro contrarietà. Anzitutto c'è un problema di costi: molte aziende ritengono che sia ingiusto pagare 60/70 dollari per registrare ogni loro sito anche sotto il dominio .xxx. Un'operazione da molti ritenuta superflua, in quanto questi nuovi siti fungerebbero principalmente da redirect verso quelli registrati con altre estensioni.

Il secondo aspetto è proprio quella sorta di "dominio ghetto". All'industria del porno non va bene sia per una questione "morale", ma soprattutto perché un unico dominio consentirebbe di rendere più efficaci le soluzioni di filtraggio, con un'immediata e forse elevata perdita d'incassi. Per proteggere i bambini, ritiene l'industria pornografica, ci sono altre strade. Un dominio ghetto non è la soluzione.

"L'ICANN ha pericolosamente sottovalutato l'input arrivato dai governi di tutto il mondo. Peggio, ha ignorato il grido di opposizione dell'industria dell'intrattenimento per adulti respingendo gli interessi della libertà di parola su Internet", ha dichiarato Diane Duke, direttore di FSC.