Il razzo SpaceX fallisce l'atterraggio in mare

Il razzo SpaceX non è riuscito ad atterrare in verticale sulla piattaforma in mare. La consegna dei satelliti in orbita però è stata completata senza problemi.

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a cura di Elena Re Garbagnati

SpaceX non ce l'ha fatta a replicare l'impresa del 21 dicembre, quando il suo razzo Falcon 9 è atterrato intatto dopo avere consegnato in orbita 11 satelliti per l'azienda privata Orbcomm. Ieri un razzo analogo è decollato nel tardo pomeriggio da Vandenberg, ha svolto la missione come da manuale, ma al rientro il primo stadio del razzo non è riuscito a mantenersi in verticale.

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Rispetto alla missione precedente c'era una differenza sostanziale: la piattaforma di atterraggio non era sulla terra ferma, ma in mare: una complicazione non indifferente. Come ha spiegato Elon Musk in un Tweet a fine missione "è sicuramente più difficile atterrare su una nave rispetto che sul terreno: l'area di destinazione è molto più piccola".

"Tuttavia – ha precisato l'imprenditore - non è stato questo a impedire la buona riuscita del test". La velocità all'atterraggio era quella giusta, ma uno dei sostegni non si è aperto nella posizione corretta e il razzo si è rovesciato dopo l'atterraggio. Un problema tecnico su cui saranno condotte tutte le indagini del caso e di cui si avranno maggiori informazioni in seguito. Fra le opzioni saranno da tenere conto le condizioni metereologiche non ideali: il razzo è atterrato avvolto nella nebbia e del ghiaccio avrebbe potuto ostacolare il meccanismo di apertura del sostegno, come puntualizzato da Musk in un messaggio successivo su Instagram.

Ricordiamo che SpaceX è ancora in piena fase di test, finalizzati allo sviluppo di un sistema efficiente per rendere riutilizzabili i razzi e quindi far sì che i lanci in orbita siano economicamente più accessibili. Sulla prima parte della missione ormai tutto sembra funzionare a dovere: anche ieri il satellite Jason-3 gestito dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (frutto del lavoro congiunto con la NASA, l'agenzia spaziale francese CNES e l'europea EUMETSAT) è giunto a destinazione sano e salvo.

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Si tratta di una sonda che effettuerà misurazioni di precisione sul livello dei mari in tutto il Pianeta per almeno tre anni, con l'obiettivo di fornire agli scienziati informazioni critiche sui modelli e sui cambiamenti globali che hanno implicazioni sul clima.

I dati raccolti da Jason-3 saranno analizzati insieme a quelli della missione TOPEX / Poseidon lanciata nel 1992 e a quelli di Jason-1 e Jason-2, in orbita rispettivamente dal 2001 e dal 2008.

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