Non ci vuole molto a scrivere un saggio scientifico che valga un bel voto, ci riesce anche una macchina in meno di un secondo - basta che sia un'altra macchina a leggere e giudicare il testo. L'ha dimostrato Les Perelman, ex ricercatore del MIT, che ha voluto provare quanto sia cattiva l'idea di usare computer per valutare i testi degli studenti.
La sfida era aperta dall'anno scorso quando Perelman si era detto scettico ai microfoni del New York Times. Si dibatteva sull'idea che un computer potesse valutare i test degli studenti (superiori e università) bene quanto i professori umani: per alcuni era una strada praticabile, ma altri come Perelman non sono d'accordo.
Perelman (dietro a sinistra) con il suo team
Perelman ha realizzato così il Babel Generator, il cui nome sta per Basic Automatic BS Essay Language Generator. Bastano tre parole da cui partire e questo software, in meno di un secondo, mette insieme paroloni e frasi arzigogolate più o meno prive di senso, ma perfette da dare in pasto ai computer correttori. Il risultato è un saggio da 8.5/10, o anche di più: un voto da incorniciare dato a un testo che non significa un'acca.
È bene chiarire che l'obiettivo in questo caso era ingannare la macchina, non creare testi scientifici validi. Per quelli ci vuole magari più di un secondo, ma è possibile: è accaduto più volte infatti che testi generati automaticamente riuscissero a superare i (non molto) rigidi controlli delle (non tanto) autorevoli riviste scientifiche del mondo.
Perelman comunque è uno scienziato, non certo un luddista. La sua posizione per ora è che le macchine possano affiancare l'uomo in questo tipo di attività, ma che sia ancora troppo presto per una vera e propria sostituzione. Non riguarda gli studenti di oggi, insomma, ma tra qualche anno i nostri figli potrebbero vedere i propri compiti corretti da un computer.