Industria del cinema e il complottismo anti-3D

Le associazioni che curano gli interessi dell'industria del cinema sono convinte che sia in atto una campagna di disinformazione nei confronti del 3D. Gli occhiali non sono rischiosi per la salute, così come la visione dei film. Sembra un complotto, eppure il Consiglio Superiore di Sanità è stato chiaro al riguardo.

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a cura di Dario D'Elia

L'industria del cinema ha paura che la rivoluzione 3D si trasformi in un boomerang. Tanti investimenti per rifare le sale rischiano di andare in fumo per colpa di timori ingiustificati e falsa informazione. Dopo la recente presa di posizione del Consiglio Superiore di Sanità (Occhiali 3D nella sale, la Sanità impone il monouso), che di fatto si è schierato per gli occhiali monouso e il divieto per i minori di 6 anni, è arrivata la risposta di Anec (Associazione esercenti cinematografici), Anem (Associazione multiplex) e Anica.

Occhiali 3D

"Siamo di fronte a una montatura orribile
, che sta creando un fortissimo disagio e una grande confusione. Una situazione assurda che non si è mai verificata in nessun altro paese. Noi siamo i primi a voler tutelare gli spettatori, ma riteniamo che la miglior tutela sia la corretta informazione che, invece, è mancata per colpa di chi ha presentato esposti e generato confusione. Ci sono sequestri in corso, molti cinema hanno sospeso il 3D mentre il pubblico ha protestato contro chi fa campagna diffamatoria. Perché i sequestri? Perché i divieti ai minori di 6 anni? Che cosa succederà quando il 3D arriverà in casa con la televisione?", ha dichiarato il presidente dell'Anec Paolo Protti.

"Si stanno verificando reazioni sproporzionate dovute alla disinformazione, con molte persone che ormai sono preoccupate ad entrare in sala. I sistemi di proiezione in 3D sono tutti di alta qualità e nessuno di essi ha difetti ottici. Siamo di fronte ad una tecnologia usata in tutto il mondo e nessun'altra nazione ha fatto degli occhiali un problema", ha aggiunto Richard Borg, Direttore Generale ed Amministratore Delegato di Universal e Paramount.

"[…] dobbiamo continuare sebbene sia indegno lavorare con incertezza e rischio di diffamazione. Se non troveremo chiarezza, ricorreremo a forme di protesta coinvolgendo il pubblico, mentre valutiamo anche la possibilità di un ricorso al Tar del Lazio", ha concluso Protti.

Durante la conferenza organizzata presso la sede dell'Agis nazionale, hanno parlato anche il prof. Corrado Balacco Gabrieli, ordinario di oftalmologia e direttore del Dipartimento di Oftalmologia dell'Università di Roma La Sapienza, e la prof.ssa Elena Pacella, responsabile del Pronto Soccorso Oculistico del Policlinico Umberto I°.

"Le lenti per il 3D possono essere usate più volte senza nessun problema. I rarissimi casi di disagio, cefalee e lievi vertigini, sono dovuti a problemi di natura refrattiva già esistenti nel soggetto e non adeguatamente corretti. Gli occhiali per il 3D possono rappresentare in questi casi una spia per indurre chi li utilizza a correggere il proprio difetto di refrazione", ha dichiarato Balacco Gabrieli.

"Gli occhiali per il 3D vanno disinfettati, e per questo sono sufficienti gli accorgimenti messi in atto dai cinema. È sufficiente l'amuchina o la clorexidina, con cui sono imbevute anche le salviette distribuite dagli esercenti. La sterilizzazione è necessaria per i ferri chirurgici, ma non per gli occhiali 3D, che non possono essere accusati di essere portatori di infezione", ha aggiunto Elena Pacella .

Tutto chiaro: l'industria del cinema contesta le indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità. Urge un confronto.