Inmarsat vuole tracciare gli aerei per la nostra sicurezza

Tracciamento gratuito di tutti i voli passeggeri del mondo tramite sistema satellitare e archiviazione in cloud delle scatole nere: ecco la proposta Inmarsat per evitare che si ripeta quello che è accaduto con il 777 della Malaysia Airlines.

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a cura di Elena Re Garbagnati

L'operatore satellitare britannico Inmarsat ha annunciato l'intenzione di offrire un servizio di monitoraggio di base gratuito per gli aerei passeggeri di tutto il mondo. Si parla di circa 11 mila voli commerciali quotidiani, che già oggi dispongono della connessione satellitare Inmarsat, e che in futuro potrebbero inviare ping elettronici ogni 15 minuti.

Il motivo è fin troppo semplice da capire: evitare che in futuro accada quello che è successo al volo MH370 della Malaysia Airlines, che è letteralmente sparito dai radar ed è tuttora disperso. Inmarsat ritiene che la sua tecnologia potrebbe offrire informazioni con ritardo massimo di 15 minuti sulla sua posizione definitiva, insieme ad altre informazioni come velocità, altitudine, temperatura. I dati sarebbero sufficienti per determinare la posizione di un aereo tramite GPS e sarebbero trasmessi dai velivoli attraverso la rete globale di satelliti Inmarsat.

Ricerche ancora in corso per il volo MH370 della Malaysia Airlines

In un'intervista alla BBC il vice presidente Chris McLaughlin ha spiegato che "la dotazione Inmarsat è già presente sul 90% degli aerei passeggeri, e la novità che vogliamo introdurre non avrebbe alcun costo". La precisazione era d'obbligo, dato che la maggior parte delle compagnie aeree in genere rifiuta di usare regolarmente sistemi di localizzazione satellitari per via dei costi.

Inmarsat conta di rientrare dell'investimento con i servizi Premium che proporrà alle compagnie, oltre alla formula di base di cui stiamo parlando. La proposta è stata ufficializzata durante la conferenza della International Civil Aviation Organization (ICAO) in programma a Montreal, a cui partecipa anche l'International Air Transport Association (IATA), l'associazione di categoria delle compagnie aeree di tutto il mondo. Entrambe stanno valutando una risposta tecnologica credibile a quanto successo con il Boeing 777 malesiano, per rassicurare passeggeri e Governi che non si ripeterà un caso simile.

Le chiamate di soccorso dalle navi vengono già inoltrate gratuitamente su una rete Inmarsat

Non solo: fra le soluzioni di Inmarsat c'è anche la proposta di archiviare in cloud il contenuto delle scatole nere per evitare di doverle ripescare dai fondali spesso inaccessibili in caso di sciagure. Ovviamente in questo caso si parla di una connessione super blindata a prova di hacker, se ne esiste una. In realtà quest'ultima idea non è nuova, perché già oggi avviene qualcosa di simile nel settore marittimo, dove tutte le chiamate di soccorso dalle navi vengono inoltrate su una rete Inmarsat a titolo gratuito.

Le proposte al vaglio sono molte, e fra le tante spicca quella dell'Agenzia europea per la sicurezza aerea, che chiede che i sistemi di alimentazione delle scatole nere restino in funzione per almeno 90 giorni, invece degli attuali 30 giorni: troppo pochi per una ricerca complessa come quella in corso nell'Oceano Indiano.

Imponenti le risorse in campo per cercare il 777 della Malaysia Airlines

Inoltre, sempre secondo l'agenzia europea, la durata minima della registrazione delle conversazioni in cabina deve essere portata a 20 ore invece delle due ore attuali, che anche in caso di ripescaggio non basteranno per capire nei dettagli cos'è successo a bordo del volo MH370.

Intanto l'aereo malese scomparso dai radar l'8 marzo scorso resta tuttora disperso. Le squadre di ricerca continuano a setacciare l'Oceano Indiano alla ricerca del 777 della Malaysia Airlines, ma il funzionario che conduce le operazioni ha detto che una ricerca completa in quella che si stima essere la zona dell'impatto potrebbe richiedere anche un anno.