Internet a scuola è come Lucignolo, impossibile resistere

Una ricerca del Massachusetts Institute of Technology svela che l'uso libero della tecnologia in classe abbassa i risultati.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Secondo una ricerca del MIT (Massachusetts Institute of Technology) gli studenti che possono usare dispositivi elettronici durante le lezioni poi hanno risultati inferiori. Uno studio che potrebbe risultare un po' stridente al pubblico italiano, dove l'idea che notebook e tablet entrino in classe come strumenti didattici è ancora considerata avanguardistica. Altrove nel mondo, invece, il passaggio è già stato digerito, e al MIT hanno avuto modo di valutarne l'effetto.

Ebbene, la ricerca suggerisce che gli studenti a cui è stato proibito di usare dispositivi elettronici durante le lezioni hanno risultati migliori. Per scoprirlo i ricercatori hanno preso in esame 726 studenti, nell'anno 2014-2015, e li hanno divisi in tre diversi gruppi: due oggetto della ricerca più uno di controllo. Gli studenti del primo gruppo avevano piena libertà nell'usare i dispositivi, mentre quelli del secondo potevano usare un tablet solo poggiato sul tavolo, con lo schermo ben visibile a tutti, insegnante compreso.

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I risultati suggeriscono che computer e tablet generano distrazioni che superano i benefici che offrono al processo di apprendimento. O, in altre parole, potrebbero servire a imparare di più ma si finisce per perdere tempo online. I risultati del primo gruppo, infatti, si sono dimostrati peggiori del 18% rispetto alla media.

A uno sguardo distratto potrebbe sembrare un'ovvietà; scontato affermare che se a uno studente dai un PC con Internet finirà su Facebook, su 9Gag o altrove. Ma non si farebbe altro che cadere in trappola, perché il risultato non era affatto ovvio: negli ultimi anni la didattica ha infatti abbracciato l'idea dell'autonomia dell'alunno, una qualità che l'insegnante dovrebbe fomentare più di ogni altra cosa.

E in quest'ottica che va considerata l'idea di dare agli alunni dispositivi connessi e piena libertà di usarli. Un alunno autonomo che ha imparato a imparare dovrebbe in teoria essere in grado di sfruttare lo strumento nel migliore dei modi. Nella pratica, però, le potenti distrazioni di Internet hanno vinto sugli studenti presi in esame.

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A rendere il quadro ancora più preoccupante c'è il fatto che la ricerca è avvenuta presso l'accademia militare di West Point, in cui studenti - futuri ufficiali - dovrebbero essere molto disciplinati e motivati a ottenere buoni risultati.

"Ma anche per la crème delle future truppe statunitensi", scrive Richard Adams sul Guardian, "le tentazioni del mondo digitale sembrano troppe, e i risultati degli esami dopo un corso di economia erano più bassi in quelle classi dove era permesso usare i dispositivi".

"È possibile", scrivono poi gli autori dello studio, "che i nostri risultati appaiano amplificati fuori da West Point. […] In ambienti didattici con meno incentivi per i risultati, meno restrizioni disciplinari riguardo le distrazioni e classi più numerose, gli effetti delle tecnologie connesse sui risultati potrebbe essere maggiore, per via del fatto che gli insegnanti hanno minori abilità nel controllare e correggere usi irrilevanti".

Lo studio non è conclusivo, e soprattutto non riduce di un grammo il potenziale valore della tecnologia in classe per migliorare la didattica e l'apprendimento. Tuttavia impone agli insegnanti una riflessione sull'uso dei dispositivi: se introdurli porta dei potenziali vantaggi, è doveroso anche interrogarsi su come compensare il loro effetto negativo.

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I ricercatori sottolineano infatti che si è preso in considerazione un contesto specifico, nel quale agli studenti è lasciata libertà di usare i dispositivi - che idealmente dovrebbero essere strumenti di rinforzo didattico. Lo studio invece non ha nulla a che vedere con quelle lezioni in cui il tablet o il PC è inserito deliberatamente nella lezione, con esercitazioni programmate e contestualizzate.

Questa ricerca è quindi una bella occasione di riflessione per insegnanti e pedagogisti di tutto il mondo: se da una parte è fondamentale lavorare affinché lo studente sia il più autonomo possibile, infatti, è evidente che i tempi non sono ancora maturi per lasciare totale libertà.