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Internet si diffonde più lentamente, campanello d'allarme

I dati raccolti dalle Nazioni Unite mostrano che la diffusione di Internet rallenta, e questo alimenta le diseguaglianze

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Pubblicato il 18/10/2018 alle 15:57 - Aggiornato il 21/10/2018 alle 23:32

Sempre più persone accedono a Internet nel mondo, ma il ritmo di crescita è calato drasticamente nel corso degli anni. Se nel 2007 segnava un +19% annuo, inteso come percentuale di nuove persone connesse, dieci anni dopo si è scesi a +6%. Se si fosse mantenuto il valore del 2011, +11%, oggi ci sarebbe mezzo miliardo di persone in più su Internet.

Lo racconta Ian Sample su The Guardian, citando un rapporto non ancora pubblicato a cui il giornale inglese ha avuto accesso. La fonte dei dati sono le Nazioni Unite, che pubblicheranno il documento il mese prossimo tramite la World Wide Web Foundation.

"Abbiamo sottostimato il rallentamento e ora il ritmo di crescita è davvero preoccupante", commenta Dhanaraj Thakur della Web Foundation. "Il problema nell'avere alcune persone online e altre no è che aumentano le diseguaglianze. Se non ne fai parte, tendi a perdere".

Nel 2014 le Nazioni Unite avevano previsto che entro il 2017 la metà della popolazione mondiale sarebbe stata online, ma stando i dati in questione il traguardo è rimandato a maggio 2019. E questo nonostante per dire che una persona è "online", nella fattispecie, basta che si sia collegata almeno una volta negli ultimi tre mesi.

A oggi ci sono quindi 3,8 miliardi di persone che sono ancora offline, dei quali "una proporzione allarmante è composta da donne. Nelle aree rurali povere, gli uomini superano le donne su Internet in una proporzione anche di due a uno".

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Chi non accede o non può accendere a Internet perde opportunità economiche ma non solo. "Le persone sconnesse", scrive Sample, "sono escluse da dibattiti pubblici, formazione, gruppi sociali e accesso a strumenti digitali della pubblica amministrazione come la gestione delle tasse o chiedere una carta d'identità".

"Le donne hanno maggiori probabilità di essere escluse a causa delle diseguaglianze finanziarie, e in buona parte per le norme sociali", spiega Nanjira Sambuli della Web Foundation, "In alcune comunità l'idea stessa che una donna possieda qualcosa di suo, anche un cellulare, è disapprovata". Una differenza nell'accesso a Internet, dunque, si traduce in disuguaglianze sociali e di opportunità.

I problemi da affrontare sono due: da una parte i costi e dall'altra far capire alle persone che Internet può essere loro utile. "Deve succedere qualcosa di diverso per cambiare questa tendenza", ha detto Malcom Johnson, segretario dell'Unione Internazionale per le Telecomunicazioni delle Nazione Unite (ITU). "Abbiamo bisogno di una connettività più economica, e bisogna fare più lavoro per attrarre le persone".

Quanto ai costi, la sfida è ardua: raggiungere le aree più remote non è vantaggioso per gli operatori telefonici, e sarebbe quindi necessario un intervento pubblico. Ma non è detto che i governi locali abbiano sia le risorse necessarie sia la volontà.

Per convincere le persone invece gli argomenti non mancano: diversi studi collegano una maggiore diffusione di Internet a un aumento del PIL, mentre altri suggeriscono che possa migliorare l'istruzione, la politica e persino le relazioni personali - soprattutto in quei paesi dove la connessione è ancora scarsa. Allo stesso tempo, però, nei paesi in questione molte persone (fino al 55%) temono che la diffusione di Internet possa minacciare la moralità diffusa.

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Allo stesso tempo non è detto che chi si può permettere una connessione, trovi un qualche valore nell'investimento. Da una parte perché spesso mancano le competenze essenziali per usare Internet in modo produttivo, dall'altra perché parliamo di minoranze senza una rappresentanza online, vale a dire senza contenuti nella loro lingua.

"Non si tratta solo di connettività. Devi far sì che collegarsi valga la pena affinché la gente paghi per farlo. Ci devono essere contenuti che possono capire e che portino dei benefici", continua infatti Johnson, che dice di vedere "enormi possibilità" in quei progetti che prevedono l'uso di satelliti e palloni aerostatici.

Fonte dell'articolo: www.theguardian.com

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