Pochi mesi fa Telecom Italia e Fastweb hanno ammesso che il 90% delle famiglie raggiunte da servizi fibra non si abbona. Uno schiaffo a quei milioni di utenti che farebbero carte false anche solo per avere un servizio da 10 Mbps.
In effetti controllando i dati della Commissione UE (Eurostat) si scopre che nel 2015 il 67,9% degli italiani è andato su Internet almeno una volta in un anno. Ciò vuol dire che più del 30% se n'è tenuto lontano. Il dato è eclatante se si considerano gli altri paesi. In Olanda ha frequentato il web il 94,3%, in Francia l'87,3%, in Germania l'88,8%.
Quanti italiani non sono mai andati su Internet? Esattamente il 27,9%, contro una media europea del 16,4%. Insomma a spanne si può affermare che circa un terzo o poco meno degli italiani non è interessato al Web. Questo dettaglio ha lo sgradevole effetto collaterale di condizionare gli investimenti per lo sviluppo. E sebbene gli operatori delle telecomunicazioni, anche secondo i dati della Commissione UE, fino a 3/4 anni fa si sono contraddistinti per un certo immobilismo, è comprensibile per quale motivo abbiano dato poca fiducia alla domanda.
Insomma, perché rischiare di investire in zone a fallimento di mercato? Il buon senso direbbe che la prospettiva a lungo termine è che Internet guadagnerà sempre maggiore appeal, ma basteranno 10 anni per recuperare un terzo della popolazione?
L'unica risposta è nella formazione e divulgazione digitale. Senza, si rischia un paese con fibra morta, più che spenta.