Come diventare partner di Groupon

Abbiamo rivolto qualche domanda a Giuliomario Limongelli, amministratore delegato di Groupon Italia, per conoscere meglio il sito web più famoso per la compravendita tramite coupon.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Come diventare partner di Groupon

TH: quali sono i prodotti di maggior successo su Groupon? (pranzi/cene, vacanze, servizi, prodotti) Avete statistiche che potete condividere?

GP: essendo quotati in Borsa non possiamo veicolare numeri locali per restrizioni internazionali. Tuttavia le categorie di consumo più cliccate e acquistate dagli italiani, che sono buone forchette e tengono al proprio aspetto fisico, sono la ristorazione al primo posto, con una predilezione per la pizza e i menu a base di pesce; la bellezza e il benessere al secondo posto, come trattamenti corpo e capelli e percorsi benessere. Inoltre una buona percentuale di vendite deriva anche dalla macro-area dei servizi, in particolare deal per lo sport e il tempo libero, dai prodotti del mondo HiTech e dal canale travel.

TH: quali sono i requisiti minimi che chiedete a un rivenditore/esercente per usare la vostra piattaforma per vendere? Non pensate che debbano esserci dei requisiti minimi severi per offrire un servizio di alta qualità?

GP: i requisiti minimi ci sono e abbiamo dei criteri di valutazione dei Partner che possono collaborare con noi. Esiste da mesi in Groupon un dipartimento che si occupa di valutare la qualità e l'affidabilità di un partner prima di approvare il contratto e la relativa pubblicazione. Per esempio esaminiamo il listino prezzi di alta e bassa stagione, la capacità ricettiva, da quanto tempo è attivo sul mercato e le eventuali recensioni in rete; per un istituto di bellezza o un centro medico si controlla l'iscrizione del partner agli Ordini Professionali, il curriculum e le specializzazioni, come vengono effettuati i vari trattamenti e il modello di macchinari all'interno della struttura. Inoltre abbiamo un'attività interna di mistery shoppers per testare personalmente la qualità e il servizio degli esercenti. 

Chiaramente alla fine è la qualità del servizio offerto dal partner e la sua professionalità che garantisce il successo della campagna e la soddisfazione dei clienti, che generano poi il passaparola.

TH: che controllo avete sull'attività dei vostri partner commerciali che rivendono servizi e prodotti?

GP: le segnalazioni negative che arrivano dai nostri utenti al Customer Care e le recensioni sui nostri canali media ci permettono di individuare eventuali problemi con un partner. La nostra reazione è quella di controllare la situazione e chiaramente risolverla. Chi non rispetta le clausole contrattuali o non rispetta lo standard di qualità da noi promesso non verrà ripubblicato. Le storie negative non fanno bene a nessuno.

TH: per alcune vicende anche personali, abbiamo constatato che alcune offerte non sono proprio all'altezza della presentazione. Per esempio, prenotare una cena in pizzeria spesso porta l'utente a essere trattato come cliente di "categoria B". Spesso capita anche che alcuni esercenti ricevano voti negativi. Non pensate che questi esercenti debbano essere penalizzati rispetto ad altri?

GP: diciamo che questi esercenti si auto-penalizzano; trattare i clienti Groupon come clienti di serie B è un grave errore per un'azienda che vuole farsi conoscere, perché rischia di bruciare la propria reputazione nell'arco di poche ore. Groupon è un investimento in pubblicità, uno strumento che in 24 ore è in grado di portare davanti alla porta di un'attività commerciale centinaia di persone: una cena o un massaggio sono il bigliettino da visita per un utente che conosce la struttura per la prima volta tramite Groupon, poi sta alle capacità imprenditoriali dell'esercente saper sfruttare quest'occasione per farsi conoscere, fidelizzare e incrementare il business.