IPTV italiana ostacolata dalla normativa vigente

L'Associazione italiana IPTV denuncia il vuoto normativo sui servizi televisivi non lineare, come l'on-demand. Eeccessiva la rigidità sui diritti, che non consente lo sviluppo di un’offerta legale di contenuti distribuiti su IP.

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a cura di Dario D'Elia

L'IPTV italiano potrebbe spiccare il volo se l'attuale quadro normativo non fosse di ostacolo. La conferma giunge dell'Associazione IPTV che raccoglie i più importanti operatori del settore, come Fastweb, Telecom Italia e Wind. "Nonostante i clienti abbiano ormai raggiunto quota 700 mila, si continua a registrare una forte difficoltà degli operatori ad accedere a contenuti televisivi pregiati sui quali comunque investono 30 milioni l'anno, in aggiunta ai più consistenti investimenti per garantire la diffusione dei servizi a banda larga", esplicita il comunicato ufficiale.

IPTV ok, ma senza banda larga?

"Le cause sono da ricercarsi in un quadro normativo che, disegnato per i media tradizionali, spesso rappresenta un ostacolo allo sviluppo del mercato, e in un'eccessiva rigidità dell'offerta di diritti, che non consente lo sviluppo di un'offerta legale di contenuti distribuiti su IP".

Il primo rapporto presentato ieri alla Camera dei Deputati denuncia la mancanza di una quadro normativo specifico che favorisca i servizi non lineari (on-demand).

"L'Associazione segnala l'importanza di definire licenze collettive estese per la ritrasmissione dei canali lineari e la necessità di evitare che lo sviluppo sia frenato dall'assenza di offerta di diritti, che produce effetti negativi sulla concorrenza e sullo sviluppo dei servizi audiovisivi su IP", continua il documento.

"Il rapporto evidenzia inoltre come in alcuni Paesi siano state utilizzate forme di agevolazione per favorire il take up dei nuovi servizi, analoghe agli aiuti concessi anche in Italia per lo sviluppo della Pay TV satellitare, ovvero per la transizione alla Televisione Digitale Terrestre".

Per quanto riguarda i dati bisogna rilevare che secondo l'Associazione il 5% delle famiglie italiane è già attrezzato per ricevere servizi IPTV – insomma dispone di dispositivi compatibili. Strano che si facciano pochi riferimenti alla diffusione della banda larga...

"Noi crediamo che ampliare la scelta di contenuti a disposizione dei consumatori sia un importante obiettivo, che può dare un rilevante contributo alla crescita digitale del paese", ha dichiarato il presidente Irene Pivetti.

"Si tratta quindi di consentire e facilitare lo sviluppo di nuovi media, rafforzando l'industria nazionale attraverso lo sviluppo di offerte legali distribuite sulle reti IP".