iRobot: ci copiano il Roomba ma in verità non lo capiscono

iRobot Roomba, un’intervista con il fondatore e AD Colin Angle.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

“Tutti ci copiano ma nessuno ha davvero capito che cosa facciamo”. Questa è la sintesi di quanto ci ha detto, sottolineando il concetto più volte, il CEO di iRobot Colin Angle, che abbiamo sentito in videoconferenza qualche giorno fa.

Angle ci ha svelato che iRobot non è particolarmente preoccupata dalla concorrenza, il che è notevole se si considera come negli ultimi anni il Roomba sia stato effettivamente imitato da molte aziende, e oggi ci molti aspirapolvere robot sul mercato, molti dei quali costano molto meno dei Roomba.

Tuttavia il prezzo non è tutto, ed è sulla qualità che Angle crede che iRobot abbia delle carte in più. Secondo il dirigente e fondatore dell’azienda, infatti, i concorrenti imitano il Roomba malamente, limitandosi a creare aspirapolveri che fanno un lavoro insoddisfacente.

Per esempio, il Roomba ha la capacità di individuare le aree più sporche,e poi di “ripassarle” in modo da garantire il miglior risultato. Concorrenti come Samsung o Roidmi (un marchio di Xiaomi) sono arrivati prima con la mappatura della stanza, questo è innegabile, ma Colin Angle ha le idee chiare: non serve a molto saper disegnare una mappa se poi il pavimento non è pulito nel miglior modo possibile.

“I concorrenti non sanno se stanno pulendo oppure no. Questo è un aspetto chiave. Stanno cercando di copiarci velocemente, senza capire che cosa facciamo”. 

“Se stai passando l’aspirapolvere, guardi il pavimento per vedere se è abbastanza pulito”, ci ha spiegato Angle, aggiungendo poi che a volte semplicemente “passare” l’aspirapolvere non è abbastanza. Ed è proprio su questo che punta iRobot, sul pulire il pavimento come lo faremmo noi, nel miglior modo possibile.

“Non facciamo semplicemente un aspirapolvere, realizziamo l’intelligenza che lo fa muovere”.

Il punto chiave quindi non sono le spazzole, il potere aspirante o il controllo vocale, che sono comunque tutte funzioni accessorie interessanti. Il punto, secondo Angle,è realizzare una macchina intelligente, capace di fare un lavoro a regola d’arte. Non un semplice elettrodomestico, ma un “partner nella pulizia della casa”. iRobot approccia questo lavoro partendo dalla domanda “come realizziamo un partner nella pulizia che pulisca nello stesso modo in cui lo fanno le persone”.

Un braccio robot in cucina

Il discorso sull’intelligenza artificiale del Roomba ci ha portato alla domanda successiva, vale a dire perché iRobot non ha ancora realizzato un braccio robotico per la cucina, imitando quelli che già esistono in ambito industriale?

La risposta di Colin Angle è quasi spiazzante, ed è in effetti un’altra domanda. “Perché realizzare un braccio robot se non sei in grado di farne uno che sa esattamente dove sono le cose e che cosa deve farci”. Il che rimanda appunto allo sviluppo di un’intelligenza artificiale che possa effettivamente fare la differenza.

Insomma, fare una macchina che gira per il pavimento cercando di raccogliere sporcizia sembra un compito piuttosto facile, e secondo Angle è anche per questo che i concorrenti si stanno moltiplicando. Ma farne una che sappia ciò che fa, e che in qualche modo cerchi di farlo come e meglio di un essere umano … beh, quello è un altro paio di maniche.

Roomba i7, lo stato dell’arte

Questo non significa che manchino le innovazioni, e il recente Roomba i7 è un valido esempio di ciò che iRobot ha realizzato negli ultimi anni. Hanno introdotto la mappatura e il controllo vocale tramite Alexa, grazie a cui possiamo usare un dispositivo compatibile e dire qualcosa come “Roomba, pulisci la cucina”, e lui saprà cosa fare. C’è la notevole capacità di svuotarsi da solo, in un contenitore sviluppato ad hoc; dovrete svuotare quello prima o poi, ma sarà più semplice e andrà fatto meno spesso. L’accessorio contiene sacchetti sigillati, che rendono semplice l’operazione; ma è un accessorio che di listino costa 450 euro, che si aggiungono agli 899 euro del Roomba i7. Una bella spesa per levarsi la seccatura di svuotare il Roomba, probabilmente eccessiva. Ma il risultato tecnologico resta ammirevole.

E c’è naturalmente la tecnologia Dirt Detect, che effettivamente dà ai Roomba un valore aggiunto, rendendoli capaci di individuare le aree del pavimento che richiedono una pulizia più approfondita. Angle ha insistito molto su questo aspetto, probabilmente perché è un brevetto iRobot e quindi la concorrenza non può offrire la stessa cosa.

Lavare i pavimenti

Che cosa non sa fare il Roomba i7, a parte il classico caffè? Non lava i pavimenti, e questa potrebbe sembrare una mancanza se si considera al fatto che esistono robot che fanno entrambe le cose. iRobot, invece, ha deciso di vendere separatamente i robot lavapavimenti della serie Braava. L’ultimo modello, Braava jt m6, vanta gli stessi avanzamenti tecnologici del Roomba i7, a parte lo scopo differente.

Già, ma perché non realizzare un robot combinato che faccia entrambe le cose?

La risposta di Angle è ancora una volta incentrata sulla qualità del lavoro. Secondo il dirigente un robot 2-in-1 sarebbe un compromesso svantaggioso. Se manca l’acqua, non sarebbe in grado nemmeno di fare da aspirapolvere, per esempio. Inoltre non sarebbe in grado di pulire bene gli angoli, cosa che i Roomba invece possono fare. Inoltre questi robot non possono contenere abbastanza acqua per la maggior parte delle case, quindi andrebbero caricati.

iRobot Roomba i7Il Roomba i7 è il più avanzato aspirapolvere robot di questa azienda. Memorizza la planimetria della casa, risponde ai comandi vocali, riconosce lo aree più sporche e ha un sistema antiallergeni. Riprende il lavoro dopo la ricarica se necessario, e tramite un accessorio si può svuotare da solo. Lo trovate a circa 900 euro.

“Si perde l’esperienza totalmente automatizzata a la si trasforma in uno sforzo extra per il consumatore. Se volete spendere poco un 2-in-1 potrebbe essere la risposta, ma non manterrà la promessa (di un robot che sia partner nelle pulizie, NdR)”. 

Robot domestici del futuro

Dal breve discorso sul braccio robot siamo passati velocemente a qualche considerazione sul possibile futuro della domotica. Dopotutto, da un robot aspirapolvere a un umanoide “alla Asimov” il passo può essere breve, se ci si mette un po’ di fantasia.

Colin Angle non scarta la possibilità che prima o poi nelle nostre case arrivino robot più o meno come quelli mostrati all’inizio del film L’uomo bicentenario. Ma ritiene che ci vorrà ancora molto tempo, da investire tutto nello sviluppo di software per l’intelligenza artificiale.

Non tantissimo comunque: secondo Angle è ragionevole pensare che entro 50-100 anni una cosa del genere potrebbe essere possibile. Non è molto, ed è entro l’aspettativa di vita di molti di noi, il che non è affatto male.

“In realtà il futuro sarà parecchio più strano di quello che abbiamo visto nei film. Già oggi, se perdo un braccio posso averne uno robotico, e controllarlo con la mia mente. Tra 50-100 anni vostra figlia potrebbe volersi far sostituire un occhio con uno artificiale”. Potrebbe essere una cosa del tutto normale, suggerisce Angle, e personalmente sono d’accordo. Se quella ragazza fosse mia figlia non credo che avrei nulla da ridire, ammesso che la tecnologia per quel momento sia abbastanza matura, sicura e affidabile.

È anche questa visione del futuro che muove iRobot oggi. L’azienda, che ha una storia trentennale e alcuni successi come i robot artificieri che entrarono nell’area contaminata di Fukushima, si concentrerà sempre di più sul software, dedicandosi alla realizzazione di macchine intelligenti e capaci di migliorare da un giorno all’altro. Già oggi, in effetti, Angle vede i Roomba come oggetti molto più avanzati di un semplice aspirapolvere: “i nostri ultimi modelli sono più come delle auto Tesla. Ogni paio di mesi c’è un aggiornamento con nuove funzioni”.