James Wales ha condiviso lo sciopero di Wikipedia

James Wales ha confermato in un'intervista che Wikipedia Italia ha fatto bene a protestare contro la legge sulle intercettazioni. In ogni caso l'enciclopedia online continuerà a essere neutrale, difendendo comunque la libertà di parola e il diritto di accedere alla conoscenza.

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a cura di Dario D'Elia

James Wales, il fondatore di Wikipedia, ha condiviso la scelta della filiale italiana di scioperare contro la legge sulle intercettazioni. In verità su Twitter è stato piuttosto crudo definendola "una proposta totalmente idiota". In ogni caso la protesta è stata decisa dai coordinatori italiani, e poi condivisa dai vertici statunitensi.

"Sì, è stata la prima volta nel mondo. In passato ci era capitato di fare dei comunicati per difendere la libertà di espressione, ma mai era stata assunta una posizione tanto drammatica", ha ammesso Wales in un'intervista a La Repubblica. In verità anche la community di Wikipedia si è stupita, ma secondo Wales solo perché "il contenuto di quella proposta di legge non lo conosceva nessuno fuori dall'Italia". 

James Wales

Wikipedia comunque continuerà a non avere una posizione politica: difenderà solo la libertà di parola e il diritto di accedere alla conoscenza. "La neutralità è uno dei nostri punti di forza", ha ribadito il patron dell'enciclopedia online.

Al domanda però di Riccardo Luna sulla posizione contro il governo italiano, non si rileva alcun tentennamento. " Noi operiamo su scala globale e naturalmente in certi paesi abbiamo problemi molto più seri. Penso alla Cina, dove siamo stati bannati per tre anni e dove ancora certe pagine sono filtrate. Ma l'Italia è in Europa, è un luogo dove uno pensa che la libertà di parola non possa essere in pericolo. E quella norma invece faceva l'esatto contrario: far tacere migliaia di blogger non ha alcun senso nell'era di Internet", ha spiegato Wales.

Oggi che il pericolo sembra rientrato lo sguardo volge al futuro. "Siamo molto diversi da un social media: noi non trasmettiamo messaggi, non serviamo ad organizzare proteste. Ma se vogliamo avere una vera democrazia dove si prendono decisioni sagge, abbiamo bisogno di cittadini informati, impegnati e con una passione per la conoscenza".