La banda larga italiana rallenta: che succede?

Il Rapporto sullo Stato di Internet del terzo trimestre 2013 conferma che le prestazioni della banda larga in Italia stanno calando. Preoccupante la velocità di picco media che è diminuita del 4,9%.

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a cura di Dario D'Elia

L'Italia è l'unico paese europeo che arretra sulla velocità media e di picco delle connessioni a banda larga. Il Rapporto sullo Stato di Internet del terzo trimestre 2013, pubblicato da Akamai Technologies, ci pone al 23° posto europeo e terz'ultimo EMEA. Mediamente l'Italia viaggia a 4,9 Mbps, ma rispetto al trimestre precedente abbiamo perso l'1,4%. Fortunatamente abbiamo ancora margine positivo, perché il dato anno su anno è di +24%. Il picco medio invece arretra sia a livello trimestrale (-22%) che annuale (4,9%): siamo scesi a 18,2 Mbps, registrando il peggior dato UE.

Il motivo non è chiaro, ma senza dubbio deve essersi registrato almeno un rallentamento nello sviluppo della rete. Per altro l'adozione della banda larga è diminuita del 6,4% rispetto al trimestre precedente. E cosi insieme alla Turchia vantiamo il triste primato del 49%.

Sul fronte "high broadband" (sopra i 10 Mbps) l'adozione è al 3,7%. Siamo cresciuti sul trimestre (0,5%) e sull'anno (+40%) ma rappresentiamo davvero il terzo mondo digitale. Francia, Germania, Spagna e Regno Unito sono rispettivamente al 12%, 17%, 14% e 27%.

Banda larga

La connettività mobile italiana invece è in linea con gli altri paesi. La velocità media (del migliore operatore) è di 4,5 Mbps mentre quella di picco è di 19,8 Mbps. A livello EMEA la media è rispettivamente di 3,6 Mbps e 17,9 Mbps. Peccato solo per il divario tra il provider italiano migliore e quello peggiore: si parla di 4,5 Mbps e 2,9 Mbps di media.

Mobile

Insomma, l'Italia è un paese anomalo solo agli occhi degli ingenui. A tutto c'è una spiegazione a dir poco lapalissiana. Nel mercato mobile la competizione è viva e durissima. Questo ha portato a grandi investimenti e quindi prestazioni che oggi, almeno per l'Italia, gridano al miracolo. Sul fronte residenziale invece la competizione è praticamente inesistente e lo sviluppo di conseguenza ne soffre. Terminate le promozioni gli ISP di fatto fanno pagare praticamente lo stesso. 

Per gli organi di garanzia e i legislatori l'intervento dovrebbe essere piuttosto semplice. Sulla carta.