La fotocamera senza lenti raddoppia aggiungendo un pixel

La fotocamera senza lenti nata nei Bell Labs fa un passo avanti. È stata dimostrata la fattibilità di costruire una seconda immagine aggiungendo un solo pixel all'insieme sensore-pannello LCD.

Avatar di Alberto De Bernardi

a cura di Alberto De Bernardi

È di poche settimane la notizia della fotocamera senza lenti, un prototipo costruito a fini di ricerca all'interno dei Bell Labs e basato sulla tecnica matematica conosciuta come "compressive sensing", che permette di acquisire dati effettuando un numero limitato di misurazioni.

La "fotocamera" è costituita da due soli componenti: un pannello LCD, che funziona come un array di diaframmi, e un sensore in grado di rilevare i tre colori primari. Ogni pixel del display LCD funge da piccolo diaframma e può essere aperto e chiuso indipendentemente dagli altri. Per scattare la foto, si ripete più volte lo stesso iter che prevede l'apertura di un numero casuale di diaframmi del pannello LCD e la registrazione di quella scena parziale da parte del sensore. Il fatto che il pattern di diaframmi sia sempre differente consente di costruire l’immagine finale mediante una sorta di interpolazione.

Ovviamente la qualità aumenta all’aumentare del numero degli scatti, ma è possibile avere una buona immagine con appena un quarto dei dati richiesti da un’immagine convenzionale.

La fotocamera senza lenti offre alcuni vantaggi. Si possono citare, a titolo teorico, l'assenza di aberrazioni introdotte dall'ottica e i problemi legati alla messa a fuoco, ma è chiaro che il vantaggio principale è dato dall'economia del sistema, che consente di risparmiare ottica e specchi. Nel caso di grossi sistemi - si pensi ai telescopi - il bonus è immenso.

Oggi i ricercatori dei Bell Labs hanno fatto un passo avanti, dimostrando la possibilità di ricostruire una seconda scena con un sensore e un singolo pixel posti dietro l'array LCD. L'interesse pratico di questa dimostrazione sta nel fatto che, se il soggetto è sufficientemente lontano, i due "sensori" possono ricostruire la stessa immagine, dimezzando il tempo di posa necessario (che con questo sistema è molto elevato a causa delle diverse esposizioni necessarie).