La privacy di Google non piace alla UE: o cambia o guerra

Le Authority UE per la privacy hanno spedito a Google 12 raccomandazioni pratiche per cambiare la sua policy. La piccola rivoluzione di marzo non è stata apprezzata e ha peggiorato la situazione.

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a cura di Dario D'Elia

Le Authority per la privacy di 24 stati membri europei hanno chiesto ufficialmente a Google di rivedere la sua policy sul trattamento dei dati personali. Reuters è riuscita a "intercettare" la comunicazione, che a quanto pare è stata recapitata sotto forma di lettera direttamente al quartier generale di Mountain View. In pratica, a seguito dell'indagine avviata dalla Commission Nationale de l'Informatique francese, la Commissione Europea punta a convincere il colosso statunitense a rivoluzionare il metodo con cui gestisce informazioni e dati personali.

Privacy

Non è piaciuta affatto la nuova policy introdotta a marzo che di fatto ha uniformato tutte le precedenti che erano applicate ai 60 diversi servizi di Google. Senza contare l'impossibilità di recedere e continuare ad affidarsi alle vecchie. "Combinare dati personali in una così larga scala crea grandi rischi alla privacy degli utenti", sottolinea la lettera. "Quindi Google dovrebbe cambiare le sue norme".

La lettera sembra elencare almeno 12 raccomandazioni pratiche per evitare problemi legali. I primi cinque riguardano la trasparenza. Nello specifico si consiglio di informare meglio gli utenti su che uso sarà fatto dei loro dati, sull'attività di browsing registrata, sui dati di localizzazione e quelli legati alle transazioni online. Non meno importante la richiesta di evitare di combinare ogni dato proveniente da servizi diversi. Nel caso almeno chiedere l'esplicito consenso agli utenti.

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"Google tratta i dati di milioni di utenti sparsi nel mondo i quali non sempre sono consapevoli dell'uso che viene fatto delle loro informazioni personali. Per questo è indispensabile che operi in modo corretto e nel rispetto dei diritti fondamentali, così come riconosciuti dall'Unione europea", ha commentato il presidente del Garante della privacy, Antonello Soro.

"L'azione coordinata delle Autorità europee svolta nei confronti di Google rappresenta in questo senso un messaggio importante ai grandi colossi della rete affinché accettino la sfida di una nuova policy più responsabile e attenta alla dignità delle persone".

In queste ore il responsabile Google per la privacy ha rilasciato un commento ufficiale. "Abbiamo ricevuto il rapporto e lo stiamo analizzando. La nostra nuova policy sulla privacy dimostra il nostro impegno a lungo termine per proteggere le informazioni dei nostri utenti e creare grandi prodotti. Abbiamo fiducia nel fatto che le nostre norme rispettano le leggi comunitarie".

Isabelle Falque-Pierrotin, presidente della Cnil francese ha sottolineato che Google ha a disposizione non più di 3 o 4 mesi "per mettersi in regola". In caso contrario sarà avviato un contenzioso.