La Russia banna Skype e Gmail con la scusa del terrorismo

Tutti i servizi e le comunicazioni Internet dovranno essere archiviati per sei mesi su server in territorio russo: così Putin blocca la libera circolazione delle informazioni.

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a cura di Elena Re Garbagnati

La nuova legge antiterrorismo approvata ieri in via definitiva dalla Duma minaccia di precludere ai cittadini russi l'uso di molti servizi web ormai diffusissimi come Skype, Gmail, YouTube, Twitter, Facebook e WhatsApp, per fare qualche esempio. Il provvedimento votato dal parlamento russo infatti prevede che fin da oggi tutte le comunicazioni via Internet debbano essere conservate per un periodo minimo di sei mesi in server installati all'interno della Federazione.

Le autorità russe hanno ordine di bloccare le comunicazioni delle aziende e fornitori di servizi che non faranno fronte alla nuova legge. Resta da vedere quale sarà la reazione di Microsoft, Google, Facebook e le altre.

Problemi in vista per i servizi web in Russia

Formalmente il provvedimento è la risposta agli attentati di Volgograd di dicembre, ma molti lo stanno interpretando con una chiusura di Putin e del suo Governo alla libera circolazione delle informazioni.

Il sospetto scaturisce dal fatto che la nuova legge modifica di fatto la normativa sull'informazione: i blog con un minimo di 3mila utenti giornalieri da ieri sono equiparati in tutto e per tutto ai mass media e devono essere iscritti in un registro speciale. Inoltre i blogger, come tutti gli altri organi di stampa, hanno il dovere di evitare pubblicazioni di carattere estremista.

Alla luce di queste informazioni si inquadra meglio l'epilogo della vicenda di Pavel Durov, fondatore del social network russo Vkontakte, che ha dovuto abbandonare l'azienda e varcare i confini per essersi rifiutato - a sua detta - di esaudire "richieste pressanti da parte delle autorità russe, che volevano usare il social network per spiare i cittadini ucraini". Quando fece le valigie Durov commentò che "la Russia al momento è incompatibile con Internet", adesso viene il dubbio che non stesse esagerando.

Dissidenti? Ecco la ricetta

Quanto ai servizi Internet, il punto è chiaro: Putin e soci vogliono evidentemente garantirsi il controllo completo sulla circolazione delle informazioni, e se i server sono collocati all'estero hanno le mani legate. Del resto i social network sono i canali storicamente usati dai dissidenti di tutti i regimi per far passare i messaggi scomodi ai Governi, come insegnano le recenti vicende turche. Con i server sul suolo russo mettergli il bavaglio è un gioco da ragazzi.