La sigaretta elettronica è davvero una rivoluzione?

La sigaretta elettronica è una delle tecnologie chiave per il futuro, secondo Citigroup. Non deve stupire quindi che una delle società leader, come Ovale, sia finita sotto la lente di Philip Morris. Si stima che il mercato delle e-cig entro 20 anni possa valere il 40% del settore.

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a cura di Dario D'Elia

La sigaretta elettronica, secondo Citigroup, è una delle 10 tecnologie che rivoluzioneranno il mondo e quindi non deve stupire il fatto che le multinazionali del tabacco abbiano iniziato la caccia alle migliori startup del settore. Philip Morris, a quanto riporta l'HuffingtonPost, sarebbe intenzionata ad acquisire la Ovale di Desenzano del Garda.

Un marchio piuttosto conosciuto a chi "svapa", ma che nessuno immaginerebbe così grande e potente. I due fondatori Riccardo Ascione e Bruno De Rosa in meno di tre anni hanno creato uno stabilimento da 1.000 dipendenti in Cina, e centri ricerca e sviluppo in Corea, a Brescia e a Piacenza. Senza contare i 300 negozi italiani in franchising e i 100 nel resto d'Europa.

Ovale

È triste pensare che le e-cig rappresentino una svolta tecnologica, eppure è così. Tanto più che dalle prime versioni si è già consumata una rivoluzione: si è passati dall'ultrasuono a sistemi basati su vaporizzazione. Oggi una e-cig è composta da un filtro contenente una cartuccia, un vaporizzatore, una batteria ricaricabile e un circuito elettronico integrato. La soluzione aromatizzata a base di glicole propilenico, glicerolo e nicotina fa il resto.

Si stima che il fumo alternativo entro 20 anni possa rappresentare il 40% del mercato. Ecco spiegato l'interesse dell'industria del tabacco. Lorillard (Kent) ha acquisito Blu Ecigs per 135 milioni di dollari, RJ Reynolds (Winston, Pall Mall, Lucky Strike) sta sviluppando la sua e-cig, Altria (Marlboro) è ancora indecisa ma agirà entro fine anno, etc.

Non resta che attendere se considerare le sigarette elettroniche uno strumento per smettere di sfumare o solo qualcosa di più sano di quelle tradizionali. In ogni caso sembrano più economiche. Sempre che lo Stato non abbia bisogno di recuperare in fretta qualche milione di euro, tramite i Monopoli di Stato.