L'algoritmo di Google può mettere in ginocchio le aziende

Unilibro.it ha denunciato Google perché il suo algoritmo avrebbe commesso un grave errore di indicizzazione nei suoi confronti. Per lungo tempo è stata sfavorita nella pagina dei risultati con più del 50% della pagine web omesse.

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a cura di Roberto Buonanno

CEO

Google è un potere forte. Può dare visibilità mondiale ma anche spazzarti via da un momento all'altro. Lo sa bene Unilibro.it, una delle prime storiche librerie online italiane.

Nel 1999 sbarca sul mercato sotto la gestione di Icedata – poi successivamente Mailtrade - giocando praticamente d'anticipo su tutti i colossi che conosciamo oggi. Cresce ogni anno e nel 2010 diventa la terza forza del settore, posizionandosi al 51° posto della classifica dei primi 100 siti di e-commerce in Italia (Fonte: Casaleggio e Associati). In realtà fino ad aprile 2010 per utenti unici ha davanti solo IBS.it; fa meglio di Bol.it, Libreriauniversitaria.it e LaFeltrinelli.it. Poi il crollo del traffico è progressivo fino all'estate quando scende sotto la soglia dei 40mila utenti unici giornalieri - mesi prima viaggiava abbondantemente sopra i 50/60mila.

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Unilibro.it oggi

Dopodiché nel 2012 ormai è chiaro che qualcosa non stia funzionando a dovere. Google sembra non indicizzare bene le pagine web di Unilibro. O meglio, questo è il primo pensiero. I manager di Unilibro si affidano a specialisti: vogliono sapere per quale motivo Google li sfavorisca nelle pagine dei risultati. Magari qualche tecnico che gestisce il sito di Unilibro ha commesso qualche sbaglio. Oppure gli altri concorrenti effettivamente sono cresciuti tanto. Secondo i tecnici chiamati in causa invece, il colpevole sarebbe l'algoritmo di Google, che avrebbe commesso un errore.

I tecnici spiegano che sono state rilevate numerose anomalie, che potrebbero essere assimilate ai sintomi di un'unica malattia. Il primo fenomeno quantomeno singolare che si manifestava è che "scrivendo nel motore di ricerca 'Unilibro' seguito dal un titolo di un libro, nei risultati erano sempre indicate prima le pagine di IBS.it (Internet Bookshop Italia Srl)", come rivelano gli avvocati Gianluigi Fioriglio e Giuseppe Croari, esperti di diritto dell’informatica ed editori della rivista dirittodellinformatica.it.

trend librerie online

L'andamento delle librerie online

"Il problema dei suggerimenti anomali nella stringa di ricerca è stato effettivamente risolto durante la causa, ma la sostanza non cambia. Ancora oggi le pagine web di Unilibro vengono penalizzate nei risultati delle ricerche".

Le anomalie sono state comunicate al colosso statunitense, e poi esposte e motivate in veri e propri atti giudiziari frutto di un lavoro accurato che ha portato a quella che pare essere la prima consulenza tecnica d'ufficio al mondo sul cuore del motore di ricerca di Google. O perlomeno, la prima di cui si abbia notizia.

"Per quanto ne sappiamo è la prima volta che si possono fornire prove di un comportamento anomalo compiuto dagli algoritmi del motore di ricerca di Google", puntualizza l'avvocato Fioriglio.

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Risultati anomali

Secondo i tecnici e i legali di Unilibro, il motore di Google avrebbe confuso il rapporto di relazione tra Unilibro e IBS.it. Invece che considerarli dei siti specializzati indipendenti che operano nel settore dei libri, li ha probabilmente identificati come affiliati. Poiché IBS.it è – a sua insaputa – univocamente sempre avvantaggiato nella ricerca organica rispetto a Unilibro, è come se agli occhi di Google il primo fosse sovrano e il secondo un semplice vassallo.

Non riteniamo che Google possa aver discriminato in malafede una piccola azienda italiana. È verosimile però che l'algoritmo di ricerca di Google abbia preso una cantonata. Si tratta di un software complesso che ha vere e proprie routine d'intelligenza artificiale e si auto addestra per migliorare la propria efficienza. Qualcosa deve essere andato storto. Però una stortura non può mettere a repentaglio un'impresa: in qualità di leader indiscusso del mercato europeo Google dovrebbe fornire la massima collaborazione e disponibilità. Perché rischiare di avere sulla coscienza chiusure e licenziamenti?

Altra prova inconfutabile secondo i consulenti di Unilibro.it, è il meccanismo automatico che faceva comparire nei suggerimenti (Google Suggest) della stringa di ricerca il termine IBS senza che ne fosse motivo. Scrivendo ad esempio "Unilibro libri g" ad esempio per individuare i testi di Geronimo Stilton comparivano inaspettatamente proposte (di query) con IBS invece che Unilibro. Anche questo sintomo è stato affrontato e apparentemente curato da Google, ma c'è un dato che conferma l'inefficienza delle medicine.

google suggest unilibro

Il problema di Google Suggest

"Perché malgrado gli interventi di Google, Unilibro continua ad avere circa il 50% di risultati omessi?", si domanda l'avvocato Croari. "I concorrenti Amazon e IBS.it sono attorno al 15%. Riteniamo insieme ai nostri consulenti tecnici che sia davvero un problema del motore di ricerca.".

Un errore potrebbe essere ammissibile. Però è qui che si manifesta, sempre secondo gli avvocati, l'altro corto circuito. Con Google il dialogo è complicato. Una montagna da scalare. Dopo più di un anno di segnalazioni, scambi di missive e almeno un incontro fra le parti, Unilibro è costretta a rivolgersi al Tribunale Civile di Bologna.

A distanza di 11 mesi dall'avvio del procedimento la querelle è giunta alle battute finali. Il giudice la scorsa estate ha nominato un consulente tecnico di ufficio che ha il compito di elaborare una perizia capace di fare chiarezza sui fatti. L'esperto, che sta vagliando anche la documentazione sottoposta dai consulenti tecnici di Google e Unilibro, completerà il suo lavoro a gennaio 2015. Dopodiché l'ultima parola sarà del giudice.

"Noi chiediamo che Google risolva i problemi che abbiamo lamentato e ci dica quali sono state le operazioni effettuate", concludono gli avvocati Fioriglio e Croari.

"Preferiamo non fare commenti su una causa che è tuttora in corso. In generale, come abbiamo già sostenuto in diverse occasioni, la ricerca è sviluppata a beneficio degli utenti e non a beneficio dei siti", risponde ufficialmente Google.

Unilibro di fatto chiede che Google si comporti come con qualsiasi altra azienda. Come quando vai dal meccanico e gli chiedi conto del lavoro svolto. "Alza il cofano, Google! E fammi vedere".