L'antiburocratese: ecco il dizionario online degli orrori

L'Osservatorio di Lingua Italiana Zanichelli inaugura la rubrica online l'antiburocratese.

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a cura di Pino Bruno

L'ANTIBUROCRATESE è una nuova rubrica dell'Osservatorio di Lingua Italiana Zanichelli. Analizza esempi di italiano burocratico proponendone una riscrittura chiara, comprensibile, elegante. Perché parlar chiaro è un dovere morale. Cresce con il contributo dei lettori: grazie al modulo online ognuno può indicare al linguista Massimo Arcangeli la parola del burocratese in cui è imbattuto.

Tu puoi metterlo pure sotto atroce tortura, il burocrate, semmai costringerlo a vedere Maria De Filippi per ventiquattr'ore di seguito, ma lui continuerà imperterrito a scrivere determina invece di determinazione, endoprocedimento invece di procedimento parziale (o interno), introitare invece di incassare o riscuotere, impianto natatorio invece di piscina, efficientamento invece di miglior rendimento, attenzionare invece di evidenziare (qualcosa) o sorvegliare (qualcuno).

L'ANTIBUROCRATESE

Può cambiare il mondo, ci possono essere due papi vivi e vegeti in contemporanea, ma lui – il burocrate – non parlerà (e scriverà) mai come mangia. Ne andrebbe del suo status, perderebbe colpi. Cosa mai penserebbero di lui i colleghi? E i cittadini? Non gli si prostrerebbero più davanti, genuflessi in attesa del timbro, del bollo, del venir meno alle condizioni ostative, dopo aver effettuato attesa biblica per avere udienza dopo aver declinato le proprie generalità.

Cos'è in fondo il burocratese se non un'arma brandeggiata per disorientare e intimorire il malcapitato alle prese con l'astrusa macchina della Pubblica Amministrazione? Perché davanti al burocrate non sei mai cittadino bensì suddito. Al suo cospetto ogni tua argomentazione è sempre ultronea. Se non capisci è perché c'è la postilla attergata, e se insisti lui continua a opporre diniego

Non c'è semplificazione o trasparenza che tenga, non c'è e-mail, PEC o Protocollo Informatico che possa scalfire il potere del burocrate, e il linguaggio rafforza il suo potere. Hai voglia a scrivere manuali come quello dell'Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica del Consiglio Nazionale delle Ricerche: "Regole e suggerimenti per la redazione degli atti amministrativi". Il burocrate semmai lo sfoglierà, prima di inarcare il sopracciglio e lanciarlo con sufficienza nel cestino della carta straccia. 

Così, nell'anno di grazia 2013, noi Josef K. – kafkiani obtorto collo – prima di varcare la soglia di un pubblico ufficio, facciamo un salto sull'ANTIBUROCRATESE curato per Zanichelli dal linguista Massimo Arcangeli. Semmai salviamo il link sul browser dello smartphone, per sbirciare mentre il burocrate ci parla. E' un dizionario online gratuito, sempre aggiornato, che – a differenza di iniziative analoghe – allega le prove del misfatto lessicologico.

Basta cliccare su "leggi tutto" accanto al termine astruso ed ecco il documento ufficiale dal quale proviene. C'è l'Ordinanza di riduzione in pristino del Comune di Mazzacane e la biffatura della Direzione Sanitaria di Ercolano, in un crescendo di grottesca ermeticità. E' anche possibile condividere sui social network le parolacce dei burocrati, la fonte originale e la traduzione in un italiano comprensibile ai più. 

"Non si vuole pretendere di bandire da un atto pubblico centinaia e centinaia di voci soltanto perché situate fuori del piccolo recinto dell’italiano basico ma - spiega Arcangeli - si vuole invece provvedere all’eliminazione di arcaismi o snobismi come all’uopo o testé, de cuius o de facto, impossidenza o condizione ostativa. Qui si deve parlar chiaro. E le istituzioni, in particolare, hanno il dovere di rendere quanto più trasparente possibile il dettato dei documenti da esse prodotti e destinati a noi cittadini, così da rispettare il nostro diritto di comprenderli”.

E adesso scusate, ho da fare. Devo decifrare una determina