Le reti ADSL in rame rendono, perché cambiare?

Il commissario all'Agenda digitale Neelie Kroes ha proposto una consultazione pubblica che possa evidenziare i modelli più adatti a favorire gli investimenti in fibra. Gli ex monopolisti non vogliono sentire parlare di abbassamento delle tariffe delle reti in rame, ma questo secondo gli altri operatori sfavorisce lo sviluppo.

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a cura di Dario D'Elia

Il commissario all'Agenda digitale Neelie Kroes è convinto che l'alta redditività delle reti in rame non favorisca lo sviluppo del broadband basato sulla fibra. Ovviamente gli operatori ex-monopolisti la pensano diversamente, ma invece di proporre ricette chiedono di essere lasciati in pace. La questione è molto chiara, non banale nella sua risoluzione. 

"Gli operatori TLC sono divisi sull'argomento. Gli OLO (Other Licensed Operators) considerano troppo elevati i prezzi di accesso al rame e ritengono che gli incumbent preferiscono continuare a fare profitti sulle reti esistenti piuttosto che investire nelle nuove reti in fibra", ha dichiarato Kroes dal palco del Digital Agenda Summit. "Ridurre i prezzi sarebbe la chiave per spingere le nuove reti. Di contro gli incumbent ritengono che l'abbattimento delle tariffe possa abbassare quelle retail per il broadband". 

Kroes for Presidents!

In pratica il timore per colossi come Telecom Italia o Telefonica è quello di non riuscire più a ripagare i costi o comunque fare cassa. Per di più come spiega il Commissario "non ci sarebbe convenienza a investire nella realizzazione di un network parallelo in fibra se questo compete con un network in rame i cui costi di accesso sono considerati più competitivi". E detta tutta considerando gli attuali sviluppi tecnologici gli utenti avrebbero difficoltà a rilevare differenze sostanziali fra le due tecnologie. Ovviamente si parla nel caso di soluzioni al top di gamma.

Il Presidente di Telecom Italia

Ad esempio non molti sanno che il progetto Alice Phibra da 100 Megabit si basa su una soluzione VDSL2 che prevede una rete in fibra esclusivamente tra la centrale e le cabine di quartiere – in casa insomma al doppino arriva sempre il rame.

Il Presidente di Telefonica

L'unica soluzione secondo Kroes non può che essere quella di affidare il dibattito a una consultazione pubblica che "possa fornire risposte adeguate e possa evidenziare i modelli più adatti a favorire gli investimenti in fibra in particolare da parte degli incumbent". 

La reazione dei colossi TLC ovviamente è stata scomposta. "Abbassare i prezzi del rame vuol dire mettere la parola fine all'Agenda Digitale. Non abbiamo certo intenzione di spendere soldi a tutto beneficio dei nostri concorrenti, mi sembra chiaro", ha tuonato César Alierta, presidente esecutivo di Telefonica. Dello stesso avvito Franco Bernabè, presidente di Telecom. A suo parere la Commissione Europea ripropone sempre uno stesso modello comportamentale: "Se si muove, lo tassi; se continua a muoversi, lo regoli; se muore, lo sovvenzioni".

Neelie Kroes ha dichiarato di essere disponibile ad accogliere ogni genere di proposta a patto che sia chiaro che bisogna smuovere le acque: lo switch-off graduale dal rame alla fibra non si discute.

Tempi duri per gli ex-monopolisti.