Legge sul cyberbullismo, un pasticcio che va corretto

La legge sul cyberbullismo è in discussione alla Camera, ma la prima firmataria, la senatrice del PD Elena Ferrara, la critica aspramente. La speranza è che gli emendamenti possano correggerla.

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a cura di Dario D'Elia

La nuova legge sul cyberbullismo è in discussione alla Camera, ma è criticata persino dalla sua prima firmataria, la senatrice del PD Elena Ferrara. Prima di tutto il DDL 3139 definisce il cyberbullismo come "qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica".

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Camera dei Deputati

Si parla insomma di una sorta di violenza virtuale attuata tramite Web, forum, Facebook, Whatsapp e qualsiasi altro strumento digitale.

L'avvocato Guido Scorza, esperto di diritto digitale, scrive su l'Espresso che diffamazione online, furto di identità e qualsiasi violazione della disciplina sulla privacy siano destinati ad essere fagocitati "dalla onnivora definizione di cyberbullismo".

"Con un'unica conseguenza scontata: ogni qualvolta ci si troverà di fronte ad una di queste fattispecie, capire come e per cosa si debba procedere contro l'autore del reato in questione sarà più difficile e, magari, così la prescrizione arriverà prima a cancellare tutte le colpe".

Come se non bastasse, la prima arma a disposizione della vittima, genitore o soggetto esercente della tutela, sarà quella di poter chiedere ai siti o referenti delle app di oscurare, rimuovere o bloccare ogni contenuto lesivo. I richiedenti dovranno ottenere risposta entro 12 ore e l'azione richiesta dovrà essere soddisfatta entro 48 ore. Nel caso non fosse possibile identificare i gestori sarà sufficiente rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali.

Gli esperti del settore sono praticamente insorti, e la stessa senatrice Ferrara ha fatto notare che la scomparsa delle delimitazioni dell'ambito di applicazione "consentirebbe di richiedere la rimozione del contenuto, dell'articolo, del messaggio, di qualsiasi cosa presente sul web, con la possibilità di far bloccare i contenuti rivolgendosi anche al garante privacy".

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In effetti il testo del Senato è stato profondamento modificato dalle Commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera, perdendo il suo spirito originario a tutela dei minori.

Infine c'è il riferimento alla creazione di un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo. Ne faranno parte rappresentanti del Ministero dell'interno, del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero della giustizia, del Ministero dello sviluppo economico, del Ministero della salute, dell'Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI), etc.

Dovranno redigere "un piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo, nel rispetto delle direttive europee". Nelle scuole e università saranno adottate linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, quindi formazione del personale, sensibilizzazione e altre attività.

Per l'avvocato Guido Scorza,  "l'interminabile sequenza di decreti di attuazione, codici e linee guida, tavoli tecnici e comitati che affollano il testo del disegno di legge" genererebbero una sorta di groviglio burocratico.

L'invito della senatrice Ferrara è che vi possano essere ulteriori spazi di discussione "in Aula alla Camera e attraverso emendamenti".