Lexmark fa il punto sullo spreco della carta

La ricerca Ipos commissionata da Lexmark conferma un leggero miglioramento nei consumi cartacei degli uffici

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a cura di Dario D'Elia

Lexmark ha reso noti i risultati di una ricerca condotta da Ipsos a livello europeo per conoscere le problematiche presenti nelle aziende, nell’ambito del printing e della gestione documentale. Nonostante la quasi totalità dei dipendenti europei (il 90%) si dica preoccupata delle conseguenze economiche e ambientali degli sprechi di carta, il numero di pagine stampate resta elevato, pur in calo in paesi come l’Italia dove gli intervistati dichiarano di stampare 9 pagine al giorno in meno rispetto a due anni fa.

"Sussiste un gap significativo tra il consumo inefficiente di carta e il percepito del singolo individuo; questo comporta per le aziende un danno non solo dal punto di vista del loro impatto ambientale ma anche in termini di produttività e costi", ha dichiarato Massimiliano Tedeschi, Amministratore Delegato di Lexmark Italia. "Vediamo emergere, tuttavia, sia nella percezione generale sia nelle abitudini pratiche, segnali positivi che confermano come si stia diffondendo l’adozione di comportamenti di stampa responsabili, obiettivo che Lexmark promuove verso tutti i suoi interlocutori. In questo percorso è fondamentale riconoscere che ogni singola azione ha conseguenze dirette sullo sviluppo del business dell’intera azienda".

Il numero medio di pagine stampate dai dipendenti in Europa è elevato, 31 pagine al giorno a persona, ma in calo rispetto alle 34 pagine dichiarate due anni fa. Gli svedesi sono i più impegnati nel ridurre lo spreco con 20 pagine stampate al giorno contro le 32 degli italiani. Il settore a stampare di più è quello dei Servizi con 36 pagine; mentre nel 2006 era il settore Commercio a dichiarare i volumi più elevati (passato ora da 47 pagine a 34).

Migliora comunque la percezione dello spreco: la ricerca rivela che è aumentata la percentuale di dipendenti (crescendo dal 52% al 55%) che pensano che molta carta venga stampata inutilmente sul posto di lavoro.

Secondo l’indagine, esiste ancora uno squilibrio tra gli intenti dichiarati dai singoli e la realtà in cui vivono: i dipendenti, nella maggioranza, ritengono che il proprio consumo di carta sia contenuto mentre considerano elevato quello dell'impresa a cui appartengono. Quasi un dipendente su due (il 55%) pensa, infatti, che nella propria azienda il numero di pagine stampate senza motivo sia troppo elevato ma solo il 27% ammette di essere causa di tale spreco. Un gap medio del 28%, ancora più evidente in Italia dove il divario raggiunge il 33%.

"Se è vero che il messaggio di Lexmark Print Less, Save More sta riscuotendo successo presso le aziende di tutta Europa, le strategie alternative per la riduzione degli sprechi sono oggi implementate ancora con lentezza. Solo il 12% delle aziende, per esempio, ha scelto soluzioni che integrino la modalità richiesta codice PIN per riprodurre i propri documenti, tecnica che obbliga i dipendenti ad assumersi la responsabilità individuale per ciascuna pagina stampata", si legge nel comunicato Lexmark. "Non sorprende, quindi, il fatto che quegli stessi individui (il 62%) che affermano che i cambiamenti nella gestione dei documenti introdotti dalla propria azienda abbiano permesso loro di raggiungere una maggiore efficienza, dichiarino di poter ridurre ulteriormente del 30% l'output di stampa individuale mantenendo i medesimi livelli di produttività".