Like a Rolling Stone di Dylan: bello, virale e interattivo!

Il video di "Like a Rolling Stone" di Dylan sta diventando il fenomeno virale del momento. È interattivo e gioca con le trasmissioni TV statunitensi. Abbiamo chiesto il parere di un esperto: Carlo Bordone, critico musicale che si occupa anche di pubblicità.

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a cura di Dario D'Elia

"Come ci si sente

come ci sente nello stare senza casa

come un completo sconosciuto

come una pietra che rotola?"

Già, come ci si sente a distanza di 48 anni a vedere il primo video di "Like a Rolling Stone" di Bob Dylan? La canzone che è rimasta nel cassetto emotivo dei ricordi di un'intera generazione (e forse di più) è diventata un'opera d'arte digitale pop. Ok, è "spararla un po' grossa", dice sorridendo Carlo Bordone, critico musicale della rivista Mucchio Selvaggio e Il Fatto Quotidiano, nonché copyrighter pubblicitario.  

Bob Dylan ha atteso molto per realizzare la clip della sua canzone più rappresentativa. "Ma attenzione, a lui dei video non è mai fregato nulla", sottolinea Bordone. "Però di fronte a un'idea originale non si tira indietro".

Il testo originale da "Bob Dylan Scrapbook: 1956-1966"

C'è un filo rosso, anzi un cavo elettrico spelacchiato che collega "Subterranean Homesick Blues", contenuta nel film documentario "Don't Look Back" diretto da D. A. Pennebaker, con il videoclip apparso ieri online. Nel 1967 Dylan alternava dei cartelli che mostravano le parole chiave della sua canzone super nichilista e anti americana. Oggi, grazie a un piccolo artificio tecnologico, si ha di fronte una sorta di televisione che consente di cambiare canale. The Twilight Zone, The Price is Right (Ok, il prezzo è giusto), History Network, ESPN e altre reali trasmissioni televisive della TV americana scorrono a colpi di click.

Tutti i protagonisti davanti alle telecamere però intonano "Like a Rolling Stone". Muovono le labbra in (quasi) perfetto sincronismo, ma la voce è quella di Dylan. L'effetto straniamento è totale. Ok, ci mette del suo anche la canzone, ma il gioco appare ben riuscito.

"Il legame con il testo non sembra esserci, anche se a un certo punto si vede una tipa in cucina che canta about having to be scrounging for your next meal", aggiunge il critico musicale. "Per altro non è chiaro perché abbiano proprio scelto questa canzone, quando magari avrebbero potuto sfruttare il cinquantenario di Blowin' in the wind".

In verità c'è una motivazione commerciale dietro a questo progetto: è stato appena presentato "The complete album collection volume 1". Una collezione di CD che include 35 tracce, 6 live album, "Side track" e un libro. Ne esiste anche una versione con armonica-custodia e penna USB. In questo caso tutte le canzoni sono in formato MP3 e FLAC.

The complete album collection volume 1 versione speciale

"Io la trovo molto pubblicitaria come idea, non a caso il regista viene da quell'ambito. Più uno spot quindi, che un classico video. Il fil rouge è Dylan. Se devi fare qualcosa su di lui ti porti dietro tutta la mitologia dylaniana, sei già settato su quello".

Bordone è riuscito smontare tutta l'apparente forza artistica di questo video in Flash. Però riconosce che c'è qualcosa di originale nel mostrare canali televisivi di oggi, invece che il classico repertorio anni '60, il movimento e Dylan che suona da giovane. Senza contare l'interazione, ovvero la possibilità di fare zapping.

Allora "giochino" per intellettuali? "Queste cose sono fatte apposta per scatenare l'onanismo intellettuale degli addetti ai lavori. Alla gente però non interessa. Al grande pubblico magari anche Dylan dice poco. Questa è una cosa targhettizata. Non è di massa", ammette Bordone.

Sarebbe interessante una trasposizione italiana. "Immagina fatto con un pezzo di Battisti, con Robertino delle televendite, la Domenica Sportiva, il Processo del Lunedì… forse sarebbe un'altra cosa, però".

Convengo. Altro che Cattelan o Damien Hirst.