Linux con il buco grazie a sviluppatori pasticcioni

Una vulnerabilità nel kernel Linux che riguarda le versioni a 64 bit mette paura al mondo open, che però corre ai ripari alla velocità della luce. Il correttivo deve però essere integrato nella varie distribuzioni. Dietro al problema un pasticcio vecchio di due anni.

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a cura di Manolo De Agostini

Il mondo Linux ha vissuto, e in parte sta ancora vivendo, momenti di terrore per una vulnerabilità individuata nel kernel delle versioni a 64 bit. Una falla scoperta da Ben Hawkes permette di eseguire codice maligno con privilegi di tipo root (utenza con diritti di amministrazione del sistema). A rischio non solo i PC di utenti Linux, ma soprattutto le workstation professionali.

Il layer di emulazione delle istruzioni AI32 non verifica l'autenticità delle chiamate e questo permette a un malintenzionato di creare del codice ad hoc e prendere il controllo del sistema. In Rete c'è già un exploit per la falla, ma gli sviluppatori del kernel hanno risposto prontamente preparando un correttivo.

L'aggiornamento deve però essere integrato nelle differenti distribuzioni che compongono l'ecosistema Linux, tanto che aziende come Red Hat hanno messo in priorità l'aggiornamento del kernel su qualsiasi altro lavoro. Il fatto davvero curioso è che la falla in oggetto era già stata individuata e risolta tre anni fa, ma poi per motivi ignoti il correttivo è stato rimosso nel 2008, aprendo la porta ai malintenzionati.