Lodano Facebook e Twitter, ma i ricavi dove sono?

Uno dei massimi dirigenti di WPP, la più grande società di comunicazione e pubblicità del mondo, pensa che difficilmente Facebook e Twitter potranno mai monetizzare tanto. Il problema a suo parere è legato alla natura del servizio che offrono.

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a cura di Dario D'Elia

Facebook e Twitter difficilmente riusciranno a trasformare il loro audience in una grande fonte di introito. La castagna gelata è stata lanciata da Martin Sorrell, amministratore delegato dei servizi marketing di WPP – praticamente la più grande società di comunicazione e pubblicità del mondo. Una delle conferme giunge proprio dalla scelta di Mark Zuckerberg di rimandare ancora una volta lo sbarco in Borsa. Gli obiettivi finanziari non sono stati raggiunti, e il motivo è semplice: far fruttare la piattaforma con la pubblicità o altri sistemi è più difficile del previsto.

"Ho seri dubbi sulla possibilità di rendere remunerative le piattaforme social", ha dichiarato Sorrell oggi durante la Royal Television Society Cambridge Convention. "Se provi a monetizzare, è rischioso, ci sono punti di domanda. Facebook, Google+, Twitter … sono pura interazione sociale. Eravamo abituati a scrivere lettere gli uni con gli altri e adesso lo facciamo con Facebook e Twitter e altre forme di comunicazione. Se interrompi questo con un messaggio (pubblicitario e non solo, NdR.) potresti avere problemi".

Dollari sociali

Ed effettivamente Facebook ha già provato più volte, ma ritornando subito sui suoi passi nel giro di poco tempo. Sorrell comunque riconosce che Facebook è in grado di consolidare i "brand", fare crescere le attività e migliorare la reputazione. "Ma è un territorio pericoloso se provi a super-sfruttarle economicamente. Non sono scettico sui social media, sono preoccupato del fatto che quando monetizzi lo fai sfruttando la sua natura che si deve a me che ti parlo elettronicamente, digitalmente. Se sto parlando con te e ti mando un messaggio commerciale come ti sentiresti? Se dico compra questo o fai questo non credo sia il contesto giusto", ha aggiunto l'esperto

"Ma in fondo cosa ne so? Qualcuno mi chiese se pensavo che Facebook valesse 15 miliardi di dollari e io risposi di no. Questo però ha confermato quanto sia stupido perché oggi si parla di 100 miliardi di dollari".

Caro Martin, un conto sono gli speculatori, un conto le imprese che investono denaro nelle campagne pubblicitarie.