MEF: "tessera unica" per identità digitale, sanità e pagamenti elettronici

Il sottosegretario al MEF Alessio Villarosa ha confermato il lavoro di sviluppo di una "tessera unica" per l'identità digitale, i pagamenti e la sanità.

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a cura di Dario D'Elia

Gli italiani in futuro potrebbero disporre di una card unica per l'identità, i servizi sanitari e i pagamenti elettronici. Oggi il sottosegretario al Mef, Alessio Villarosa (M5S), ha anticipato a Il Sole 24 Ore che si sta vagliando il progetto di una "tessera unica" con l'intento non solo di agevolare i cittadini ma anche ridurre l'impiego del contante mettendo in gioco sia le banche che le poste.

Vi sono fasce di popolazione che hanno poca dimestichezza con il digitale, quindi si è pensato di favorirle puntando sulla semplificazione. Anche perché oggi tra carta di identità digitale, SPID e servizi correlati attivi a macchia di leopardo sul territorio c'è un po' di confusione.

"Sarà una vera rivoluzione: la carta unica avrà carta d’identità, tessera sanitaria, identità digitale e possibilità di attivare in conto di pagamento presso qualsiasi sportello bancario o postale", ha dichiarato Villarosa. Ovviamente gli ostacoli sono numerosi, a partire dall'ambito tecnologico.

"Stiamo al momento lavorando sul layout perché deve garantire gli standard internazionali sui quali ci si è accordato con gli altri Paesi ma siamo certi troveremo la quadra", ha aggiunto il sottosegretario.

Uno dei nodi più manifesti riguarda però la protezione dei dati personali e gli eventuali rischi di far confluire più dati o funzioni in un'unica carta. Inoltre c'è il problema della sensibilità degli italiani nei confronti del tema dei controlli anti-evasione. Alcuni potrebbero storcere il naso di fronte a una "carta di tutte le carte". È pur vero però che diventerebbe di fatto uno strumento per favorire l'obbligo ad accettare i pagamenti elettronici da parte degli esercenti e anche l'eventuale blocco dei pagamenti in contanti per la PA.

Come ricorda Il Sole 24 Ore molti sportelli dell'anagrafe di alcune città accettano già solo pagamenti elettronici. Se diventasse un obbligo per tutta la PA, comprese le società che forniscono servizi pubblici, sarebbe una svolta.