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Messa a fuoco e profondità di campo, continua

Guida fotografica - La luce e i concetti base di tempo di posa e apertura del diaframma. I concetti di movimento e profondità di campo, e la loro relazione con tempi e diaframmi.

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a cura di Tom's Hardware

@Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 15/04/2013 alle 09:00 - Aggiornato il 23/04/2015 alle 16:50
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Cosa significa "Ragionevolmente a fuoco"?

È possibile essere un po' più precisi sul termine "ragionevolmente" a fuoco? Certo: per il circolo di confusione di 0,03 mm si può calcolare la funzione di trasferimento MTF, strumento principe per l'analisi della nitidezza delle ottiche. In generale, trascurando gli effetti della diffrazione, si può dimostrare che MTF50 [lp/mm]= 0.72/C, dove C è il circolo di confusione. Nel nostro caso, MTF50 = 0.72/0.03 = 24 lp/mm.

Nei test di fotocamere, da una reflex APS-C con buone ottiche si ottengono oggi senza fatica 2000 LW/PW nei test MTF50 al centro dell'immagine e a diaframmi intermedi, che rapportate al formato APS-C (16.7 mm di altezza) equivalgono a oltre 100 lp/mm. Ai limiti inferiori e superiori della profondità di campo, la nitidezza dell'immagine è quindi pari all'incirca a 1/4 di quella nel punto di messa a fuoco. Una bella differenza!

Questa è una delle ragioni che portano a criticare l'utilizzo del fatidico dato di 0.03 mm, e di conseguenza delle scale di profondità di campo basate su di esso, nell'utilizzo quotidiano. Secondo Zeiss, notissimo e apprezzato produttore (tra l'altro) di ottiche fotografiche, utilizzare quelle scale  significa sotto-utilizzare la propria attrezzatura.

Visualizzazione e calcolo della profondità di campo

Nonostante le critiche che si possono muover alle scale di profondità di campo, un metodo di valutazione - anche approssimativo, o troppo ottimistico - della profondità di campo è sempre utile. 

In passato, tutti gli obbiettivi reflex portavano inciso sul barilotto una scala di profondità di campo basata sul circolo di confusione assunto pari 0,03 mm. Oggi la consuetudine si è persa, ma su alcune ottiche a focale fissa ancora si trova. Ecco come si interpreta la scala.

Alcuni obiettivi, specie quelli a focale fissa, mantengono tutt'oggi la scala delle distanze di messa a fuoco.

Facendo riferimento alla prima immagine, la serie di numeri in verde è la distanza di messa a fuoco in piedi, quella in bianco immediatamente sottostante è la distanza di messa a fuoco in metri. La tacca rossa verticale al centro indica tanto la distanza di messa a fuoco impostata - in questo caso 10 m - quanto il diaframma selezionato grazie alla ghiera inferiore - in questo caso f/8. I numeri incisi a fianco della tacca rossa indicano i limiti della profondità di campo da leggere sulla scala delle distanze. Ad esempio, con f/8 questi limiti sono poco più di 8 metri da un lato e circa 13 metri dall'altro.  

A questi limiti - circa 8 e circa 13 m - si ottiene la nitidezza ridotta a 1/4 del suo valore ideale di cui abbiamo parlato poco sopra. Qualora l'obbiettivo non riportasse la scala e il fotografo volesse comunque avere questo utile riferimento, è possibile utilizzare apposite App, ad esempio, quelle di DOF Master. 

Osservando l'immagine dell'obbiettivo, i più avranno già notato che, secondo la scala mostrata, utilizzare un diaframma più chiuso significherebbe espandere sensibilmente la profondità di campo. Ad esempio, utilizzando f/22 risulterebbero ragionevolmente a fuoco i soggetti compresi tra poco più di 6 e poco meno di 40 metri di distanza dalla fotocamera. Esploriamo meglio nelle pagine successive la relazione tra profondità di campo, valori f/ e lunghezza focale.

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