Microsoft punta sulla fusione nucleare, si parte dal 2028

Gli scienziati sognano la fusione nucleare da decenni. Microsoft pensa che la tecnologia sia quasi pronta per essere inserita nella rete.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Microsoft si è impegnata a comprare energia prodotta dalla fusione nucleare, con una fornitura che dovrebbe partire dal 2028. Il condizionale è d’obbligo, visto che finora gli esperimenti sulla fusione sono stati sì incoraggianti, ma non c’è molto che lasci pensare a un’attivazione commerciale entro i prossimi 5 anni.

Eppure Helion Energy pensa di potercela fare entro il 2028, e aver incassato l’approvazione di Microsoft, seppure sulla carta, di sicuro può rappresentare una bella spinta - e potrebbe spingere qualche nuovo investitore a sostenere il progetto. E chissà che non sia proprio questa l’intenzione.

L'obiettivo è generare almeno 50 megawatt di potenza, una quantità piccola ma significativa. "Direi che è la cosa più audace che abbia mai sentito", afferma il fisico teorico Robert Rosner dell'Università di Chicago. "In questo genere di questioni, non dico mai. Ma sarebbe sorprendente se ci riuscissero".

Già, perché fino a oggi le stime più ottimistiche indicavano in almeno dieci anni i tempi per avere un reattore funzionante, e un po’ di più per l’applicazione commerciale. Altri pensano che ci vogliano ancora 30 o 40 anni; altri si spingono ancora oltre, fino a un più che cauto “non si può dire”.

Una situazione che per quelli di Helion non è affatto scoraggiante; tanto che l’azienda si è impegnata a pagare delle sanzioni se dovessero fallire. D’altra parte bisogna essere un po’ incoscienti e voler rischiare, se si vuole anche solo sperare di ottenere quel tipo di successo che ti manda sui libri di storia (e ti fa esplodere il conto in banca).

Helion, a quanto pare, non usa nessuno dei metodi attualmente in sviluppo. Starebbe sviluppando un “acceleratore di plasma” che riscalda il combustibile a 100 milioni di gradi Celsius. Usa deuterio (un isotopo dell'idrogeno) ed elio-3, e campi magnetici pulsati per comprimere il plasma finché non avviene la fusione. Hanno anche un video su Youtube che “spiega” tutto quanto.

L’annuncio è chiaramente di quelli che lasciano il segno, e più di un accademico non vede l’ora di conoscere i dettagli. Il punto chiave, come sempre, è riuscire a produrre più energia di quanta se ne sia spesa per avviare e mantenere il progetto. Un risultato che è stato ottenuto per la prima volta lo scorso dicembre.

Helio dovrà risolvere il problema del rendimento, ma non solo. C’è anche l'approvvigionamento di elio-3, un isotopo molto raro ma, dicono, hanno trovato il modo di produrlo proprio con la fusione del deuterio, vedi un po’ che coincidenza.

Tra i finanziatori di Helio c’è Sam Altman, il CEO di OpenAI. Quest’ultima è l’azienda dietro a ChatGPT, che è legata a doppio filo ai prodotti Microsoft, da Bing a Office. Altman è il presidente del consiglio di amministrazione di Helion e il maggiore investitore.

Insomma, sembra che ci siano ragioni per essere entusiasti, ma forse sono di più le ragioni per essere scettici. Certo, noi in Italia ci siamo già scottati con la fusione fredda di Andrea Rossi (ma c’è chi ancora ci crede), e forse siamo un po’ prevenuti; vedremo, tanto il 2028 praticamente è dopodomani.

Immagine di copertina: markoaliaksandr