Migliore dell'Honda Asimo, non dell'Uomo

La ricercatrice Lucia Pallottino ci racconta qualche dettaglio sul robot umanoide WALK-MAN.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Migliore dell'Honda Asimo, non dell'Uomo

Pensando a un robot che imita l'umano è inevitabile pensare a una macchina più forte, più veloce, più intelligente di noi. È un'immagine più da fantascienza che da scienza, ma abbiamo domandato alla Dott.sa Pallottino se almeno in qualcosa il WALK-MAN sarà migliore di noi. Magari nell'equilibrio?

"Un migliore equilibrio no. L'uomo ci mette un anno e oltre per imparare a camminare, il che non è male perché sta su due gambe. […] Sicuramente sarà migliore nella forza, ma almeno per ora l'obiettivo è cercare di farlo funzionare nel modo più possibile simile all'uomo, non stiamo ancora parlando di farlo meglio".

"L'idea è che mandiamo un umanoide e non un umano perché il robot si può sostituire", sottolinea la ricercatrice, ricordandoci anche che non ne sappiamo ancora abbastanza sul funzionamento nel nostro corpo e della nostra mente per sperare di creare una copia realistica. "La Natura ce ne ha messo di tempo per farci diventare come siamo".

Comunque parliamo di un robot molto avanzato, che insieme all'ATLAS rappresenta un salto generazionale nel mondo dei robot umanoidi. La generazione precedente è rappresentata invece da prodotti come l'Honda Asimo (Il robot Asimo migliora, ci salverà dal disastro di Fukushima). "Rispetto all'Asimo i due progetti nascono in tempi diversi, e l'Asimo ha ormai una certa età per quanto ce ne siano versioni sempre aggiornate. È però destinato a vivere in ambienti chiusi e creati ad hoc, molto di nicchia in questo senso, da laboratorio".

###old1276###old

"Se dobbiamo pensare a qualcosa di nuovo, guardiamo a qualcosa che possa vivere al di fuori. Un po' com'è stato per i robot nelle fabbriche", continua la dott.ssa Pallottino, "che una volta erano in immense gabbie in cui l'essere umano non poteva entrare. Ora si vedono sempre di più braccia robotiche accanto all'uomo nelle aziende, e si vedono sempre più robot anche fuori dall'industria. Stiamo rompendo questi limiti, non semplicemente migliorando i robot che c'erano prima, ma pensandone di nuovi concettualmente diversi".

"Non si tratta di migliorare l'Asimo ma di ripensarlo. Ciò che portiamo in questo progetto come Università di Pisa è proprio questo concetto di robotica soft, cioè morbida. Vale a dire robot che possano interagire e muoversi nell'ambiente come fa l'uomo. Se siamo in un negozio di cristalli cerchiamo di muoverci in modo morbido, e ci adeguiamo alla situazione; possiamo irrigidire il muscolo del braccio per infilare il filo nella cruna; se invece ho bisogno di correre non lo faccio con un braccio rigido ".

 

ATLAS di Boston Dynamics

Per i robot invece le cose non sono così semplici, perché noi come essere umani abbiamo il vantaggio di milioni di anni di evoluzione. "L'Asimo queste cose non le fa" ci spiega infatti Lucia Pallottino, "quindi anche la sua camminata viene detta quasi statica, è buffo come si muove. L'elasticità tipica dell'uomo non si vede nell'Asimo, però l'idea va presa perché l'uomo è estremamente elastico. È questo il concetto che si vuole portare in questa nuova generazione, che tra l'altro l'ATLAS ha in pieno".

Asimo ha avuto anche un ruolo da protagonista in un film recente (Robot & Frank, 2012)

Rispetto all'ATLAS la prima differenza evidente è la nazionalità, ovviamente, perché lui è statunitense mentre il WALK-MAN è europeo. Ma non è tutto qui: un'altra differenza importante sta nel fatto che "il loro obiettivo è vendere, il nostro è capire e fare ricerca. Nella nostra ricerca abbiamo sviluppato nuovi attuatori, nuovi algoritmi, nuove idee e vogliamo implementarle, perché applicandole a un umanoide vero s'imparano tante altre cose e di conseguenza s'inventano altre cose".