Monti spinge sul digitale ma copyright e Wi-Fi sono tabù

Il decreto Digitalia sarà discusso venerdì in Consiglio dei Ministri ma pare che su copyright e Wi-Fi non si faccia nulla. I fronti di sviluppo sono tre: banda larga, open data e documento digitale unificato.

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a cura di Dario D'Elia

Il Consiglio dei Ministri venerdì farà il punto sull'atteso decreto Digitalia: il papiro che dovrebbe trasformare il nostro paese da analogico a digitale. Si parlerà infatti di carta d'identità elettronica con chip completo di codice sanitario, Wi-Fi gratuito metropolitano, acquisti tramite smartphone, portali scolastici, certificazioni online, etc. Tutte cose su cui l'Italia è semplicemente in ritardo: non c'è nulla da inventare, basta copiare cosa avviene oltreconfine.

Ovviamente gli ostacoli sono dietro l'angolo. Ci sono già apparati pubblici che sbuffano, politici  pronti a tirare fuori il microscopio per fare le pulci ai nuovi servizi e le compagnie telefoniche pronte a mettersi di traverso. Non è un caso infatti che i sei ministri che stanno lavorando al progetto abbiano trattato su ogni minimo dettaglio.

Secondo quanto riporta La Repubblica, che ha potuto visionare il documento, i fronti chiave sono tre: open data, banda larga e documento digitale unificato. Per open data si intende la possibilità per i cittadini di accedere liberamente a ogni informazione riguardante le pubbliche amministrazioni. Con l'approvazione del decreto le amministrazioni saranno obbligate a rendere questo servizio. E quindi vuol dire che gli italiani potranno sapere finalmente tutto su scuole, ospedali, municipalizzate e comuni. Insomma sarà diritto del cittadino disporre di questi dati sia per scopi sociali che commerciali: sarà sufficiente accedere ai siti web creati ad hoc.

Digitalia: verrete assimilati

"Il solo carburante che può mettere in moto le tecnologie di una città e farle dialogare tra loro sono i dati", ha commentato uno degli autori del testo. "Numeri, nomi, immagini che messi insieme svelano l'equilibrio che governa la collettività. Questo decreto li rende patrimonio collettivo".

Per quanto riguarda la banda larga è invece confermato lo stanziamento di 150 milioni di euro da investire il prossimo anno nello sviluppo della rete. Eliminato invece il comma che avrebbe consentito la creazione di hotspot Wi-Fi con la sola autocertificazione. Gli operatori TLC devono aver fatto la voce grossa, e in questo periodo di vacche magre per le loro casse il Governo forse non se l'è sentita di arrivare a uno scontro.

Il documento digitale unificato, che per altro è un progetto che risale al 1997, prevede l'accorpamento della carta d'identità e della tessera sanitaria. Parallelamente sarà inaugurata l’anagrafe digitale nazionale, il domicilio digitale e tutte le comunicazioni avverano tramite e-mail certificata. Inoltre dal primo gennaio 2013 i nuovi documenti dovrebbero essere solo elettronici e con un prezzo forfait di 15 euro - che nel tempo dovrebbe ulteriormente ridursi.

Infine lo stesso ministro dello Sviluppo Passera sembra essersi occupato direttamente di 16 articoli riguardanti gli incentivi per start up, chi fa innovazione e le agevolazioni per l'e-commerce.

La nota finale non può che riguardare la modifica delle norme sul diritto d'autore. I ministri avrebbero voluto approfittare dell'occasione, ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ha detto no. Il decreto Digitalia sarebbe stato messo a rischio.