Multa da un miliardo per AU Optronics: così si fa giustizia

Il Ministero di Giustizia ha chiesto che il produttore LCD AU Optronics venga multato per 1 miliardo di dollari. La sentenza sul cartello che la vede coinvolta sarà resa nota il 20 settembre.

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a cura di Dario D'Elia

AU Optronics rischia una multa di 1 miliardo di dollari per aver fatto cartello nel settore dei pannelli LCD. Il Dipartimento di Giustizia statunitense ha chiesto al giudice federale che si sta occupando della questione di non esitare a colpire pesante. Nel documento di 56 pagine sottoposto martedì scorso per altro si chiede una condanna a 10 anni di reclusione per due massimi dirigenti del colosso taiwanese.

AU Optronics rischia una multa da 1 miliardo di dollari

"Quelle accusate sono state le figure centrali nel più grande cartello mai perseguito negli Stati Uniti", si legge nelle nota del Dipartimento. "Solo queste sentenze potrebbero riflettere la serietà di questa offesa o fornire un adeguato deterrente".

La storia è nota: tra il 2001 e il 2006 le più importanti aziende orientali specializzate nel settore LCD hanno cospirato per mantenere alti i prezzi. Famiglie, scuole, agenzie governative e istituzioni di ogni genere, secondo l'Accusa, hanno pagato portatili, PC, monitor e televisori più del dovuto durante il periodo.

AU Optronics sostiene che la richiesta sia fuori luogo anche perché il massimo della pena applicabile è di 285 milioni di dollari. Secondo la Difesa la posizione del governo è irragionevole: la sensazione è che il Dipartimento di Giustizia voglia punire AUO per la sua temerarietà nel voler sottoporre a un processo la validità delle accuse.

A tutti gli effetti le aziende coinvolte nella vicenda (fra cui LG Display, Sharp Corp. e Chunghwa Picture) hanno preferito non contestare il Governo per il timore di durissime sentenze sanzionatorie, che avrebbero potuto sfiorare il doppio di quando guadagnato dal cartello stesso. Alla fine hanno patteggiato per 890 milioni di dollari.

A questo punto non resta che attendere il pare del giudice Susan Illston: si esprimerà il 20 settembre.