Murdoch, via le notizie da Google, ma anche no

Rupert Murdoch sostiene che potrebbe rimuovere i contenuti informativi dai risultati delle ricerche online.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Rupert Murdoch torna ad attaccare Google e il servizio News, l'aggregatore che "ruba" i contenuti ai produttori di notizie.

Font di traffico del WSJ

Per Murdoch sarebbe ragionevole nascondere a Google le notizie offerte online dai giornali che possiede. Un'azione facile, suggerita direttamente da Google, in risposta alle critiche che ormai s'inseguono da mesi.

Una scelta drastica, che Murdoch vede possibile solo nel momento in cui si attivasse il pagamento per i contenuti, specificando che "preferiremmo avere pochi lettori, ma paganti", liquidando in un attimo il valore del traffico portato dagli aggregatori, ma anche evitando di rilasciare dichiarazioni compromettenti. 

La realtà, però, è che il Wall Street Journal, di cui parte dei contenuti è a pagamento, deve il 25% del suo traffico proprio a Google, che gli porta il 44% dei nuovi visitatori. Cifre importanti, tanto che proprio il WSJ ha un accordo con Big G, che può mostrare parte dei contenuti premium nei risultati della ricerca. 

Per Google, gli editori lasciano i loro contenuti sui motori di ricerca "perché vogliono che il loro lavoro sia visibile", anche perché se volessero evitarlo "possono farlo efficacemente e velocemente".

Per Murdoch si tratta di furto puro e semplice e i colpevoli sono Google, Microsoft, Yahooo, Ask e tutti quelli che indicizzano notizie. Il concetto di "fair use", l'uso giusto e onesto delle notizie, sarebbe da eliminare legalmente, quindi nessuno dovrebbe usare o linkare un articolo che non ha pagato.  Chi tiene un blog, di conseguenza, è un criminale da perseguire con tutti i mezzi.

GoogleBot, per controllare l'indicizzazione e per conquistare il mondo. Comodo!

Riassunto? Molto rumore per nulla, ancora una volta tutto resterà così com'è. Per approfondire l'argomento, potete leggere questo articolo.