No Cash Day anche se in Italia la moneta virtuale non tira

Un sondaggio rivela che nonostante gli italiani siano favorevoli alla moneta virtuale, all'atto pratico sono in pochi a usarla. Per sensibilizzare la popolazione prende il via il No Cash Day.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Secondo un sondaggio condotto da ISPO il 96 per cento degli italiani intervistati dichiara di possedere una o più carte di credito, ma all'atto pratico a usarle frequentemente è solo il 57 percento dei connazionali. Il campione era di 800 persone che abitualmente usano Internet, quindi il dato è significativo, dato che online tutte le transazioni avvengono con la moneta virtuale.

Il 52 percento degli intervistati è favorevole all'uso dei sistemi di pagamento elettronico, mentre coloro che si definiscono "abbastanza favorevoli" sono il 28 percento. La distanza fra la teoria e la pratica è evidente, e spiega il motivo per cui l'Italia è fra i Paesi più arretrati nell'uso dell'e-commerce.

Gli italiani sono favorevoli alla momenta virtuale, ma poi non ne fanno uso

La ricerca, presentata da Renato Mannheimer a Palazzo Pirelli insieme al vicepresidente della Regione Lombardia, Andrea Gibelli e al director Consult Hyperion, Dave Birch, fa da apripista alla seconda edizione del "No Cash Day" di oggi. L'iniziativa è volta a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'esigenza di fare un maggiore uso della moneta elettronica.

Mannheimer ha spiegato in dettaglio che "la percentuale d'uso dei pagamenti virtuali cresce all'aumentare dell’età della popolazione ed è meno comune nei più giovani, forse perché hanno meno soldi". Mannheimer tuttavia sottolineato che l’Italia è ancora un Paese in cui la moneta è molto utilizzata e in cui è più urgente "una rivoluzione culturale". Un cambiamento che ci traghetterebbe anche più velocemente nell'era di Internet e ci aprirebbe le possibilità offerte dai negozi virtuali sia in termini di varietà di scelta sia per convenienza.

A quanto pare invece siamo più abituati alla tradizione di recarci in negozio a fare acquisti e pagare in contanti: un'abitudine che ha costi altissimi: lo 0,6% del Pil a livello europeo (84 miliardi di euro l'anno), pari a 130 euro annui per ciascun cittadino del Vecchio Continente, e 10 miliardi di euro all'anno solo in Italia. Oltre al risparmio immediato, è sottolineato come l'impiego della moneta elettronica possa aiutare nella lotta alla criminalità e all'evasione fiscale. Dal sondaggio ISPO emerge che solo il 37 percento degli italiani è a conoscenza di questo aspetto.

Continuiamo a preferire il pagamento in contante nonostante gli evidenti svantaggi

Il primo ostacolo all'uso della moneta virtuale è senza dubbio la difficoltà che incontrano moltissimi italiani nel farsi rilasciare una carta di credito. Non parliamo dei prodotti revolving, ma delle tradizionali Visa e Mastercard che negli Stati Uniti sono consegnate a tutti e che sono la chiave d'accesso al commercio virtuale.

A questo aggiungiamo che l'Italia è uno dei Paesi più arretrati anche nel supporto NFC, nonostante rientri fra i Paesi con il più alto numero di telefoni cellulari in circolazione. Molti smartphone, come per esempio il Galaxy S III, l'Xperia S di Sony, l'LG Optimus 3D Max o il Panasonic Eluga sono già equipaggiati con i chip Near Field Communications, basterebbe che venissero installate le macchinette per i pagamenti, per esempio sui mezzi pubblici, per mettersi sulla buona strada.

Benvenga quindi il "No Cash Day" per invitare gli italiani "a effettuare una scelta responsabile e a evitare, se possibile, di utilizzare il contante per i propri pagamenti". Il problema però non riguarda solo chi deve pagare: che si faccia qualcosa per favorire l'uso della moneta elettronica, altrimenti cambierà davvero poco.