Occhiali 3D biodegradabili, l'ambiente è salvo

Due aziende statunitensi si sono alleate per produrre occhiali 3D in plastiche biodegradabili, per sostituire quelli attualmente usati nei cinema.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Cereplast, specializzata in plastiche ecosostenibili, si è unita a Oculus3D, che si occupa di video stereoscopici, per dare vita ai primi occhiali 3D biodegradabili. Saranno prodotti con plastiche ecocompatibili a base di cereali, del tutto simili a quelle usate per i sacchetti della raccolta differenziata.

La bioplastica più usate in Italia è il Mater-Bi.

Questi occhiali, che si chiameranno Oculus3D, potrebbero entrare in commercio già la prossima estate, e portare a tutti noi molti vantaggi. Quello più evidente riguarda l'impatto ambientale: con la diffusione dei film in 3D, infatti, aumentano anche i rifiuti da smaltire. Se gli occhiali che finiscono nell'immondizia sono biodegradabili, il vantaggio è evidente.

Da ieri, poi, è obbligatorio l'uso di occhiali monouso, una misura che vuole difendere la salute degli spettatori (Occhiali 3D nella sale, la Sanità impone il monouso). I modelli biodegradabili, in questo contesto, sono un toccasana, perché facilitano lo smaltimento e favoriscono l'adozione di prodotti più sicuri.

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"Avatar" e "Alice in Wonderland" hanno richiesto una fornitura di più di 10 milioni di esemplari e siamo solo all'inizio del "fenomeno 3D". I prodotti riciclabili si potranno gettare alla fine del film senza preoccupazioni, nel pieno rispetto delle normative sulla salute e senza preoccupazioni ambientali.  Gli Oculus3D si decompongono in circa 3 mesi, senza lasciare residui pericolosi.