L'amministratore delegato di Open Fiber, Tommaso Pompei, ha confermato all'agenzia Mf-Dowjones che lo sbarco a Piazza Affari avverrà probabilmente nel 2019. "L'operazione è già prevista a livello di accordi secondo cui, una volta raggiunto un certo grado di sviluppo e un determinato numero di clienti, Open Fiber è la classica società deputata ad andare sul mercato", ha dichiarato l'AD.
La piazza scelta è quella di Milano dato che "la capitalizzazione e le dimensioni di Open sono tali da poter pensare a una quotazione sul principale listino di Piazza Affari". Insomma, grandi manovre per una IPO che sulla carta potrebbe essere un grande successo.
"Se c'è una matricola destinata alla quotazione quella è Open Fiber. Escludo che ciò avvenga nel 2018 ma credo che verso la fine del 2019 la società avrà le dimensioni tali per poter pensare alla Borsa", ha aggiunto Pompei.
In effetti il percorso di Open Fiber - di proprietà Enel e Cassa Depositi e Prestiti - al momento appare caratterizzato da successi e un ritorno di immagine senza precedenti. Da ricordare infatti che opera come provider all'ingrosso e non consumer. Eppure il grande pubblico ormai ne invoca l'avvento come se fosse un servizio attivabile direttamente.
Forse hanno giovato le vittorie a mani basse dei bandi Infratel (circa 7mila comuni da cablare entro il 2020). Per altro Pompei ha assicurato che "tra qualche settimana firmeremo la concessione per la seconda gara e poi partirà lo sviluppo della rete".
Non meno importante l'attuale copertura in FTTH di 2 milioni di abitazioni in 12 città - anche grazie all'acquisizione di Metroweb. E infine il fatto che i lavori del progetto privato di OF sta proseguendo in 20 città ed entro fine mese se ne aggiungeranno altre 80.
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