Parte Gaia, il voyeur spaziale da 1000 megapixel che vede tutto

Oggi prende il via la missione Gaia dell'ESA, un satellite con a bordo fotocamere con un sensore da quasi un miliardo di pixel per fotografare la Via Lattea con una precisione senza precedenti.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Introduzione

Fare una mappa tridimensionale della Via Lattea: questo è l'obiettivo di Gaia, il satellite dell'ESA che va in orbita oggi partendo dalla base europea di Kourou, nella Guiana francese. Sarà impegnato in una missione quinquennale, durante la quale Gaia orbiterà intorno al Sole a 1,5 milioni di chilometri oltre l'orbita della Terra. Questa particolare posizione è stata scelta perché offre una visione più chiara delle stelle, in modo da misurare la posizione di ciascuna, determinando la distanza attraverso un effetto di prospettiva noto come parallasse.

Per le misurazioni sono stati predisposti due telescopi equipaggiati con la più grande macchina fotografica digitale mai vista in volo nello Spazio, con un sensore da quasi un miliardo di pixel, e capace di misurare la posizione delle stelle con una precisione di 7-300 micro arcosecondi. Per rendere l'idea, è come misurare il diametro di un capello umano da una distanza di 1000 chilometri.

Altri strumenti, fra cui gli spettroscopi, saranno poi deputati a misurare le proprietà fisiche di ogni stella, comprese temperatura, luminosità e composizione. Per approfondire l'argomento della spettroscopia leggete il nostro articolo sull'Osservatorio Schiaparelli, dove si effettua una costante attività di spettroscopia.

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Il censimento che ne risulterà permetterà agli astronomi di determinare l'origine e l'evoluzione della nostra Galassia e di ricostruire la sua storia. Quello che ci aspetta è la scoperta di decine di migliaia di oggetti inediti, tra cui anche asteroidi, pianeti intorno a stelle vicine e supernovae in altre galassie.

Non solo: Gaia sarà in grado di sondare la distribuzione della materia oscura e di verificare ulteriormente la teoria della Relatività Generale di Albert Einstein osservando come la luce viene deviata dal Sole e dai pianeti.

Dopo il lancio, Gaia aprirà una struttura a ombrello di poco più di 10 metri di diametro, che funzionerà sia come protezione permanente per i telescopi dalla luce solare, sia per difenderli dalle temperature al di sotto dei -100° C. Lo stesso strumento funzionerà anche da generatore di corrente per il satellite, perché la parte inferiore dello scudo è parzialmente rivestita di pannelli solari, che saranno sempre rivolti verso il Sole.

Al progetto hanno partecipato più di 50 aziende di tutta Europa. La navicella sarà controllato dalla European Space Operations Centre (l'ESOC di Darmstadt, in Germania) usando le due stazioni terrestri Cebreros (Spagna) e New Norcia (Australia). Le operazioni scientifiche saranno invece condotte dal Centro Spaziale Europeo di Astronomia (ESAC di Villafranca, in Spagna).