Pedofili nel mirino di una nuova Legge italiana

Pronta una nuova proposta di Legge contro l'adescamento online, che però non considera le limitazioni della comunicazione digitale

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a cura di Dario D'Elia

Tolleranza zero contro la pedofilia. Questo il claim della nuova campagna messa in piedi da due esponenti del Popolo della Libertà. Oggi pomeriggio depositeranno infatti una consistente proposta di Legge presso la neo-costituita Commissione Bicamerale per l'Infanzia.

"L'evoluzione tecnologica dei mezzi di comunicazione ha, purtroppo, moltiplicato in modo esponenziale le possibilità per i pedofili di entrare in contatto con i minori. Per questo abbiamo pensato ad un intervento teso specificamente ad innalzare la soglia di prevenzione, andando a colpire la condotta criminosa nel suo momento iniziale: l'adescamento. Il fenomeno, conosciuto all'estero come grooming, è un metodo utilizzato per indebolire la volontà del minore ottenendone, attraverso la manipolazione, il massimo controllo. La maggiore novità è che, tramite questa proposta, l'adescamento viene sanzionato anche quando è condotto a distanza attraverso l'uso di strumenti informatici come internet o i semplici sms inviati sui cellulari", declama dal suo sito ufficiale Barbara Saltamartini.

Ecco quindi uno degli elementi chiave della proposta. Nell'articolo 1 si legge che "chiunque (...) adeschi un minore degli anni sedici, è punito, se il fatto non costituisce più grave reato, con la reclusione da uno a tre anni. Per adescamento si intende qualunque contatto instaurato con l'utilizzo di artifici, lusinghe o minacce anche mediante l'impiego di qualsiasi mezzo di comunicazione a distanza (rete Internet, telefono, sms ecc.) diretto a carpirne la fiducia".

Il problema è che nell'articolo 4 viene sottolineato anche che "il reo non può invocare, a propria scusa, l'ignoranza dell'età della persona offesa". Ed effettivamente in alcuni casi, soprattutto nella comunicazione digitale a distanza, potrebbe essere complicato. Insomma, estremi rimedi per Antonio Mazzocchi, l'altro esponente della maggioranza che firma la proposta, soprattutto considerando che "circa il 60% delle denunce si concludano con un'archiviazione".

Il tutto mentre le associazioni per la tutela dei minori stanno fortemente criticando l'articolo 2 del Pacchetto Sicurezza approvato dal Senato – che affida all'Antimafia la gestione anche dei processi sulla pornografia infantile online.

L'Associazione Prometeo è convinta infatti che questo cambiamento di rotta possa "rallentare i procedimenti contro la pedofilia online, perché è difficile pensare a procure antimafia in grado di accantonare la già imponente propria mole di lavoro per conferire precedenza ad altre fenomenologie".