Piacentini Commissario Digitale, zero conflitto d'interessi

Diego Piacentini, il numero due di Amazon, si è insediato a Palazzo Chigi in qualità di Commissario straordinario per il digitale. Risponde alle critiche di conflitto di interessi.

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a cura di Dario D'Elia

Diego Piacentini si è insediato ieri a Palazzo Chigi in qualità di Commissario straordinario per il digitale. La sua missione sarà quella di "rendere i servizi pubblici per i cittadini accessibili nel modo più semplice possibile attraverso i dispositivi mobili".

Il numero due di Amazon è guardato con circospezione dalla politica, ma anche da un discreto numero di italiani che seguono con interesse il destino digitale del nostro paese.

piacentini
Diego Piacentini

A Piacentini non si perdona di essere un alto dirigente di Amazon e quindi rischiare il conflitto di interesse, di non essere pagato per l'incarico italiano - quindi "avrà sicuramente un ritorno di altro tipo" e tante altre cosette che solo chi è abituato a vedere marciume negli interstizi del mondo può immaginare.

Eppure questo manager 55enne, di umili origini, borsista alla Bocconi e poi dipendente in Apple per 13 anni e in Amazon per 16, appare trasparente e lineare nelle sue scelte. "Nei miei sedici anni negli Stati Uniti sono stato contagiato da un'idea forte, quella di restituire al proprio Paese, alla propria scuola, alla propria università. È il concetto del 'Give back', ha confidato Piacentini a Mario Calabresi, nella lunga intervista pubblicata oggi su La Repubblica.

Lo zigare dei critici sui soldi dovrebbe chetarsi perché lavorerà "senza alcun tipo di stipendio, pro bono, zero". Ha persino rinunciato ai rimborsi spese, niente vitto e alloggio. "Pago tutto con la mia carta di credito personale", ha dichiarato Piacentini.

Che goduria sentire queste parole. Non tanto perché non avrebbe diritto a un compenso - anzi, in un paese normale sarebbe legittimamente strapagato - ma perché le accolite di rancorosi a volte bisogna sciacquarsele via di dosso bruscamente.

E per le azioni, signor Piacentini, eh, le azioni, eh? "Io sono il secondo dipendente con più azioni. Sono un manager di Amazon che nel tempo ha accumulato 84mila azioni. Che significa 0,000017 per cento", ha dichiarato il manager.

"Ogni trimestre abbiamo un piano di vendita predeterminato e regolamentato della Sec (la Consob statunitense), in cui si definisce in anticipo la data di vendita delle azioni e questo per evitare insider trading. In questi due anni sarò in congedo e così sono sospese anche le azioni che avrei dovuto ricevere. Allo stesso modo ho sospeso ogni piano di vendita".

"Non mi irrito più per la cultura del sospetto, perché l'ho visto fare ai miei genitori... Ho capito che l'idea di restituire non appartiene al nostro DNA, ma forse il mio caso può aiutare l'Italia a cambiare mentalità", ha ribadito Piacentini.

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Palazzo Chigi, la nuova sede operativa di Piacentini

Ok ma Amazon è pur sempre in Italia e fa "bisnisssss". "Con tutto rispetto per il nostro Paese e per la bravura di chi ci lavora, Amazon in Italia esiste solo da 6 anni ed è una quota davvero molto piccola del fatturato mondiale, la mia presenza non ha proprio nessun impatto".

Dopodiché bisogna ricordare che il ruolo di Piacentini non avrà a che fare con legislazioni, politiche e acquisti per la PA.

"Sono venuto con l'obiettivo di rendere la vita più semplice ai cittadini, semplificando il rapporto con le Istituzioni, e per far sì che la macchina dello Stato sia in grado di usare le tecnologie come accade in Gran Bretagna o negli Stati Uniti. Un rapporto semplice tra Stato e cittadino è condizione necessaria per lo sviluppo economico, perché stimola gli investimenti anziché frenarli".

Tra due anni - la durata del suo incarico - il manager Amazon spera di contribuire a consolidare la cosiddetta identità digitale del cittadino italiano. Uno strumento per avere a che fare con la pubblica amministrazione, in maniere agevole ed efficiente.

Certo non sarà facile e ci vorrà un team di supporto. Ma per questo è iniziata una campagna di reclutamento. "Un gruppo di una ventina di persone di altissima competenza tecnologica, una sorta di startup all'interno di una macchina antica come l'amministrazione statale. Il nostro ufficio sarà a Palazzo Chigi", ha aggiunto.

I più esperti saranno pagati fino a 150mila euro l'anno, ma per gli altri ruoli le remunerazioni saranno comprese tra 40mila e 120mila.

Insomma, ci proverà. Piacentini farà un tentativo che lo metterà in pace con il suo cuore. "A Seattle mi sarei sicuramente divertito a inventare cose nuove, ma un giorno mi sarei guardato allo specchio e avrei detto: 'Ma perché non ci ho provato?'. Meglio correre il rischio di non farcela che rimpiangere di non aver avuto il coraggio".

Aggiornamento. Qui tutti i dettagli per candidarsi a collaborare nel team del Commissario Digitale.