Progetto Banda Ultralarga: la rete di 138 Comuni è già completa, ma gli operatori non attivano i servizi

Il MISE ha evidenziato che in 138 comuni dove è stata completata la rete ultra-broadband grazie al Piano BUL gli operatori non hanno ancora attivato i servizi di connettività.

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a cura di Dario D'Elia

Il paradosso del progetto Banda Ultralarga (BUL) si sta manifestando in tutta la sua gravità: in molti comuni (appartenenti alle Aree Bianche) dove è stata completata la rete nessun operatore ha attivato la fornitura di servizi di connettività. Lo fa sapere oggi il Ministero dello Sviluppo Economico, a seguito di due incontri operativi dedicati proprio al progetto BUL.

Nel primo i rappresentanti del MiSE, di Infratel e della Conferenza delle Regioni e Province autonome si sono confrontati sullo "stato di avanzamento dei lavori" per la rendicontazione delle opere. Nel secondo, con il coinvolgimento anche del Comitato di indirizzo e monitoraggio Infratel, si è discusso dello stato di avanzamento dei lavori per l'attuazione del progetto BUL 2018-2020, del SINFI (il catasto delle infrastrutture del sottosuolo) e del piano di potenziamento del programma WiFi.Italia.It.

Ebbene, è emerso che in 138 Comuni (qui l'elenco) ad intervento diretto l'infrastruttura BUL è stata completata, ma latitano gli operatori. "Al termine della riunione è stato espresso l’auspicio che gli operatori manifestino interesse a fornire i servizi agli utenti residenti nei 138 Comuni indicati, offrendo così ai cittadini e alle imprese il massimo livello di connettività possibile", si legge nella nota ufficiale.

Non è un problema da poco poiché se da una parte il progetto BUL si concentra sullo sviluppo delle infrastrutture di rete, dall'altra non vi è nessun obbligo per gli operatori a fornire i servizi. I 138 Comuni citati rientrano probabilmente nei progetti che hanno preceduto i bandi Infratel che si è aggiudicata Open Fiber. Ma quest'ultima rischia lo stesso scenario.

Gli operatori oggi sembrano molto cauti nell'attivare i servizi se non in zone altamente competitive. L'unica discriminante è che i vecchi bandi consentivano l'implementazione di reti FTTC mentre gli ultimi favoriscono l'FTTH. Sulla carta dovrebbe essere più agevole la vendita al consumatore finale, considerato il potenziale salto prestazionale.

Infine per quanto riguarda il SINFI (Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture) e il progetto Wifi.Italia.it, sempre nella riunione presso il MISE, si è dibattuto sulla tempistica e il potenziamento dei rispettivi investimenti che sono giunti a 5 milioni e 53 milioni di euro.