Progetto UE per ridurre la latenza online: 3,5 milioni di euro

RITE (Reducing Internet Transport Latency) punta a risolvere il problema dell'alta latenza online. Sono coinvolti centri di ricerca e università europee. L'idea è che bisogna rimettere in discussione i protocolli e i sistemi software.

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a cura di Dario D'Elia

Ridurre la latenza delle connessioni a Internet intervenendo solo sui software e sugli standard della Rete. Ecco l'obiettivo di un gruppo di ricercatori della University of Aberdeen. Il progetto si chiama RITE (Reducing Internet Transport Latency) e sarà finanziato per tre anni dall'Unione Europea con un fondo da 3,5 milioni di euro.

"È un problema che notiamo tutti quando usiamo un programma come Skype. Se qualcun altro in casa sta guardano un video allo stesso tempo, la tua connessione video inizia a fare schifo e crashare", ha sottolineato il professor Gorry Fairhurst.

"Questo affligge i gamer che vogliono giocare online in tempo reale e le società che operano in Borsa - entrambi alla fine pagano servizi Internet speciali e costosi per far funzionare le cose ma spesso non si ha bisogno di una maggiore banda passante per andare più veloci, bensì di una minore latenza".

Problema latenza?

Il team di Fairhurst pensa di poter risolvere la questione intervenendo su alcuni dettagli riguardanti l'elaborazione dei dati dei PC e dei network. D'altronde la questione di fondo è che le reti sono ottimizzate per aumentare i volumi di dati da trasferire. Sono proprio i grandi sistemi di buffer a contribuire all'alta latenza.

"Ogni volta che clicchi su una pagina web o incontri una nuova scena in un gioco online succedono un sacco di cose dietro alle quinte. La banda passante rappresenta solo quanti bit puoi trasferire in un secondo, ma la velocità in verità si misura in quanto tempo viene richiesto per fare un compito", ha spiegato Andreas Petlund del Simula Research Laboratory di Oslo.

"Tutto dipende da quanto impiega anche solo un piccolo messaggio per andare da un punto A a un punto B, e quanti messaggi devono essere scambiati dal protocollo prima che il trasferimento abbia inizio. Senza contare le altre informazioni che devono transitare prima di raggiungere la velocità ottimale mentre i computer cercano di capire la capacità di rete realmente disponibile".

Ovviamente una volta individuate le soluzioni bisognerà intervenire sugli standard della Rete, ma non tutte le aziende potrebbero essere d'accordo. Insomma, il cammino è irto di ostacoli. E quelli scientifici sono quelli che spaventano meno.

Il progetto RITE è guidato dal Simula Research Labs (Norvegia) ma coinvolge ricercatori di British Telecommunications (Regno Unito), Alcatel-Lucent BELL NV (Belgio), University of Oslo (Norvegia), Karlstad University (Svezia), Institut Mines-Telecom (Francia) e University of Aberdeen (Regno Unito).