Impressioni d'uso

Test EOS 5DS R: la reflex che supera i limiti dei sensori full frame con la più alta risoluzione del mondo, che in abbinamento al filtro per l'annullamento dell'effetto passo-basso ottimizza la nitidezza dell'immagine percepita. Per esigenze specifiche e per chi può permettersi di spendere oltre 3.000 Euro per il solo corpo macchina.

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a cura di Tom's Hardware

La EOD 5DS R, vincitrice del premio EISA nell'anno 2015-2016 come miglior reflex professionale, è indubbiamente una macchina di questa fascia; ce ne rendiamo conto già solo impugnandola. La qualità costruttiva è proporzionata al costo, così come il feeling che trasmette. Le dimensioni e il peso non sono certo trascurabili - 152 x 116,4 x 76,4 mm per 845 g il solo corpo - ma l'ergonomia non dà adito ad alcuna critica. Grip perfetto, presa stabile, comandi ben disposti.

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Solo la logica di funzionamento delle ghiere potrebbe dar origine a qualche disorientamento iniziale, ma solo per gli utenti non Canon. Per controllare la macchina ci sono infatti tre ghiere: una vicina al pulsante di scatto, una posteriore sulla destra del monitor e il joystick che funziona soltanto in alcune parti dell'interfaccia. E' la stessa logica delle altre EOS 5D, inclusa la recentissima Mark IV: più comandi svolgono la stessa funzione, ma in modo diverso. Alla fine è solo questione di prenderci la mano e di conoscere eventuali scorciatoie.

Le possibilità di customizzazione sono davvero molto elevate. Ogni tasto è personalizzabile, al punto che si può creare una macchina su misura per le proprie esigenze.

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Addirittura le indicazioni del display sono personalizzabili, pertanto si può decidere non solo quale parametro visualizzare, ma in quale posizione farlo apparire sulla superficie del monitor posteriore.

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La versatilità della 5DS R è elevatissima ma ovviamente mirata ad un utilizzo professionale (quindi niente "effetti speciali", tanto per intenderci...): basta osservare le numerose voci del menu, al punto che suggeriamo per la piena padronanza della stessa di leggersi, anzi studiarsi, il manuale d'uso.  

La struttura del MENU della 5DS R.

Cominciando ad utilizzarla, non si può che rimanere colpiti dal mirino ampio e luminoso (la copertura è del 100% con un rapporto d'ingrandimento di 0,71 e eyepoint di 21 mm) che come già spiegato sovrappone indicazioni elettroniche aggiuntive a quelle che troviamo normalmente nelle reflex. Una miriade di informazioni, tutte utili, così da non far rimpiangere l'EVF di una mirrorless. Grazie a questo mirino, in cui può essere visualizzata anche una griglia (perché non la classica 3 x 3 che avrebbe facilitato la composizione dell'immagine?) non è necessario cambiare lo schermo di messa a fuoco, che infatti è fisso.

Il monitor LCD da 1,040 Mpixel, caratterizzato da un'ottima visibilità (è un TFT Clear View II!); peccato solo che non sia angolabile.

Un secondo display, posto sulla parte superiore, riporta i principali parametri di scatto per un'overview immediata e può essere utile quando si riprende dall'alto:

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Il display superiore può essere retroilluminato

L'otturatore è silenzioso e privo di vibrazioni. La reattività dei comandi è all'altezza delle aspettative per una macchina non votata ad impieghi sportivi: in circa mezzo secondo dal momento dell'accensione è già operativa e pronta per scattare. Lo shutter lag è nell'ordine dei 0,25 secondi con un singolo punto di MAF centrale, un valore buono ma non eccezionale che ovviamente migliora con obiettivi dall'autofocus particolarmente rapido. Se la macchina è in pre-fuoco, lo shutter lag può ridursi, infatti, di circa cinque volte!

Buono il responso il Live View, dove la differenza di velocità nella messa a fuoco è sensibile rispetto ai modelli della generazione precedente, pur trattandosi comunque di una MAF lenta (intorno a 1/1,5 sec. in condizioni di scarsa illuminazione) in quanto sul sensore non sono presenti pixel a rilevamento di fase. Inoltre, è evidente (quanto inevitabile) il fenomeno del focus hunting.

Ma veniamo a quello che più ci interessa: la qualità dell'immagine. Premettiamo che, a differenza di quanto si legge nella maggior parte delle prove che riguardano questa reflex, la 5DS R non è priva di filtro passa-basso, ma al contrario utilizza un filtro che annulla l'effetto di quello passa-basso, in modo tale da avere il massimo della risoluzione senza problemi di moiré, o altri artefatti digitali, che in effetti non sono visibili nelle foto e poco nei video.

Una volta effettuata la micro-regolazione dell'AF mediante la Focus Chart, operazione che abbiamo ripetuto con tutta la serie di ottiche - tutte a focale fissa - con cui abbiamo provato questa Canon (che si aggiungono al Canon EF 24-105mm f/4L IS II USM fornitoci per la prova), possiamo iniziare a scattare, attività che con una macchina di questo calibro riserva ancora un grande piacere.

Per rendere l'idea di che cosa significhi avere a disposizione 50,6 Mpixel, osserviamo la foto seguente, scattata con un Sigma 50mm f/1.4 DG HSM Art a mano libera all'interno di un noto negozio di Milano:

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Immagine da 306,49 cm x 204,33 cm a 72 ppi (8688 x 5792 pixel) corrispondente ad un file JPEG da 13 Mpixel in qualità Large

La seguente è un particolare 1:1 dell'immagine sopra:

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Crop 1:1 dell'immagine precedente da 67,45 cm x 36,08 cm a 72 ppi (1912 x 1023 pixel) corrispondente ad un file JPEG da 1,22 Mpixel con qualità massima

Quando si scatta a piena risoluzione, cioè con un'immagine da 8688 x 5792 pixel in formato RAW, la macchina genera file da circa 60 MB cadauno, che aperti in Photoshop diventano 144 MB a 8 bit. Non vi dico quanti sono lavorando il file a 16 bit: una quantità di memoria enorme. Ovviamente si può decidere di lavorare a risoluzione più bassa, sia in RAW che in JPEG, riducendo moltissimo il consumo di memoria. Più bassa poi per modo di dire: il file in M1 è comunque da ben 39 Mpixel (7680 x 5120) e in M2 da 22 Mpixel (5760 x 3840), sostanzialmente la medesima risoluzione di una Canon EOS 5D Mark III!   

Alla risoluzione massima, con i file generati dalla macchina si possono produrre stampe a 300 dpi di dimensioni pari a 30" x 20", che significano 76 x 51 cm, senza nessuna interpolazione!

Nella EOS 5DS R si può decidere se "croppare" il sensore direttamente in camera, trasformandola in APS-C o APS-H, diminuendo ovviamente la risoluzione, che comunque risulta molto alta, perché con APS-C va praticamente a matchare la risoluzione di una EOS 7D Mark II da 20 Mpixel. Il vantaggio di un utilizzo del genere sta nel fattore moltiplicativo delle focali lunghe, dove impostando 1,6 x si trasforma, ad esempio, un teleobiettivo da 200 mm in uno da 320 mm.

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Utilizzando un monitor adeguato, anche visualizzando le immagini ridimensionate alla risoluzione e alle dimensioni dello stesso si percepisce una differenza nel dettaglio rispetto alle stesse scattate con una reflex Canon full frame da 20 Mpixel.

Ovviamente le differenze piè evidenti si evidenziano quando si zooma all'interno dell'immagine, dove la quantità enorme di Megapixel a disposizione permette di visualizzare particolari che sarebbero totalmente "impastati" con una macchina di risoluzione più bassa, come si evince da queste comparazioni con la nostra EOS 6D (le immagini della 5DS R sono state ridimensionate per facilitare la comparazione con la 6D).

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Canon EOS 5DS R a sinistra (Picture Style "dettaglio fine"), EOS 6D a destra; obiettivo Sigma 105mm F2.8 EX DG OS HSM Macro

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Canon EOS 5DS R a sinistra (Picture Style "standard"), EOS 6D a destra; obiettivo Sigma 105mm F2.8 EX DG OS HSM Macro

Negli scatti agli ISO più elevati, già a partire da 1.600 in su, a fronte di un buon controllo del rumore in relazione alla risoluzione, si nota invece un certo "ammorbidimento" dell'immagine che fa perdere dettaglio, aspetto già riscontrato nei nostri test e che si ritrova anche nei casi pratici. 

Abbiamo già spiegato che su questa reflex Canon ha lasciato volutamente in secondo piano la sezione video, che comunque offre quasi tutto ciò che necessita al professionista o all'amatore evoluto. Si può infatti contare su una messa a fuoco progressiva e fluida (obiettivo permettendo), che tuttavia tende a sganciare durante i panning orizzontali o verticali. Leggermente udibile il rumore del motore di MAF dello zoom Canon. Per il resto, nulla da obiettare, fatto salve quelle mancanze che sono state poi implementate nella Mark IV.

Da ultima, una nota riguardo al nuovo 24-105 Canon: confermiamo quanto già emerso dalle poche recensioni sinora pubblicate, cioè che dal punto di vista ottico non rappresenta un miglioramento rispetto al suo predecessore, tuttavia la qualità costruttiva si attesta su ottimi livelli, l'autofocus è silenzioso e veloce e lo stabilizzatore ottico davvero efficace. Montato sulla EOS 5DS R fornisce comunque prestazioni di notevole livello, grazie anche alla correzione in camera della vignettatura e dell'aberrazione cromatica, al punto che crediamo ben difficilmente un utente, anche esigente, possa trovare di che lamentarsi.

Dimenticavamo... il Canon EF 24-105mm f/4L IS II USM costa di listino 1.389,58 €, circa il doppio della versione precedente.