Recensioni online negative: le aziende provano a censurarle

Le aziende hi-tech e non solo stanno tentando di sfruttare il servizio Google che permette di esercitare il diritto all'oblio. Al momento il colosso statunitense tiene duro, ma il suo potere decisionale sembra troppo grande.

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a cura di Dario D'Elia

E se domani i produttori di hardware o dispositivi hi-tech riuscissero a convincere Google che è un loro diritto censurare le recensioni negative? La questione è sempre più oggetto di dibattito da quando Google ha attivato il servizio che consente di rimuovere contenuti irrilevanti. In pratica si tratta della possibilità di esercitare il cosiddetto "diritto all'oblio".

"Una recente decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito che alcuni utenti possono chiedere ai motori di ricerca di rimuovere risultati relativi a query che includono il loro nome, qualora tali risultati siano inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati", spiega Google.

Loro cancellano e noi dimentichiamo?

Il problema però è che, come riporta il New York Times, le società specializzate nel monitoraggio della presenza online delle aziende stanno ricevendo sempre più spesso richieste di rimozione contenuti. In pratica se un tempo si occupavano solo di controllare lo stato dei commenti, le eventuali critiche e l'opinione della Rete oggi "si sta creando una nuova opportunità di business", dice l'AD di Hit Search.

"Le persone vogliono proteggere la loro immagine nei risultati delle ricerche", sostiene il dirigente. I prezzi del monitoraggio ed eventuali richieste di rimozione costano tra i 50 e gli 85 dollari al mese. In Francia Reputation VIP offre servizi ancora più avanzati per circa 3mila euro al mese che consentono di influenzare la rilevanza dei link. L'AD Bertrand Girin ha ammesso di aver già ricevuto 2.000 richieste per la rimozione di 7.600 link, ma non è ancora chiaro quante Google ne abbia realmente ammesse.

Google al momento sembra essere piuttosto rigida nella sua azione: esclude la rimozione di contenuti degni di interesse per l'opinione pubblica. Però in fondo si tratta di un'azienda privata che si arroga il diritto di decidere su qualcosa di molto importante che riguarda l'intera popolazione europea e le aziende in genere. "Nessuno sa realmente quale sia il criterio", ha commentato un altro specialista del settore. "Finora abbiamo ricevuto un sacco di rifiuti. È prorpio una terra di nessuno".

Non è forse un potere troppo grande da amministrare?