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a cura di Alessandro Crea

"‎La sorveglianza che ci è oggi imposta supera di gran lunga quella che c'era nell'Unione Sovietica. Per amore della libertà e della democrazia dunque è necessario eliminarne la maggior parte". Richard Stallman, presidente della Free Software Foundation e attivista di lungo corso, non è uno che le manda a dire e nel lungo articolo pubblicato su The Guardian esprime dunque una posizione molto netta sui problemi legati a privacy, sicurezza e raccolta dati che in queste settimane stanno agitando il dibattito: la raccolta dati va impedita, non regolata.

"‎Ci sono così tanti modi per utilizzare i dati al fine di danneggiare qualcuno che l'unico database sicuro è quello che non esiste. Così al posto dell'approccio dell'UE che mira principalmente a regolare tramite il GDPR l'uso che si può fare dei dati personali, propongo una legge per impedire la raccolta dei dati personali. ‎Il modo più efficace per farlo, non soggetto ai capricci di un Governo, è di richiedere la realizzazione di sistemi che non raccolgano dati relativi agli utenti. Il principio di base è che un sistema deve essere progettato per non raccogliere dati, se la sua funzione di base può essere effettuata senza di essi".

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Richard Stallman

Secondo Stallman questo bisogno non ci sarebbe praticamente mai e tutto potrebbe essere realizzato senza necessità di tracciare gli utenti, il ché, da un punto di vista esclusivamente tecnico, è probabilmente vero nella gran parte dei casi. Stallman però stranamente non affronta nel testo il problema principale‎, ossia la monetizzazione: come sappiamo infatti i dati sono una merce preziosa di elevato valore, che a sua volta serve (o servirebbe visto che non c'è evidenza scientifica dell'efficacia) per profilare gli utenti offrendo loro pubblicità ad hoc. Insomma il problema è che fornire servizi e contenuti ha un costo e questo costo è sostenuto attraverso azioni commerciali, anche se poi in realtà queste producono molto più margine di quanto realmente utile per far funzionare il servizio stesso o semplicemente per arricchirsi, come sostenuto ad esempio nella nostra recente intervista dal CEO e co-fondatore di Qwant, il primo motore di ricerca europeo, che non traccia i propri utenti.

Ovviamente, l'uomo che ha sviluppato il sistema operativo free GNU non poteva poi risparmiare una stoccata ai suoi "nemici" di sempre: "Non dimenticate infine il software nel vostro computer. Se è quello non libero realizzato da Apple, Google o Microsoft, vi spia regolarmente, in quanto controllato da aziende che non esitano a farlo. Esse infatti perdono qualsiasi scrupolo dinanzi al profitto. Di contro, il software libero è controllato solo dai propri utenti. È la comunità degli utilizzatori a mantenerlo affidabile".

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Stallman non è l'unico a pensarla così, le sue posizioni ad esempio non sono molto distanti da quelle esposte a più riprese da sir Tim Berners-Lee. La sensazione però è che queste posizioni non esprimano l'ovvio ma restino comunque troppo idealistiche/ideologiche. Il nodo del profondo rapporto tra servizi online e profitti non può infatti essere sciolto all'interno del nostro odierno sistema economico e immaginare un Web interamente libero, gratuito e fatto su base volontaria da gruppi di utenti è quantomeno ingenuo. Forse il punto di vista di Stallman andrebbe quindi ribaltato e le regole che la UE ha voluto darsi tramite il GDPR rappresentano al momento la soluzione migliore, da un punto di vista pragmatico, a un problema enorme ma di difficile se non impossibile risoluzione.


Tom's Consiglia

Se non conoscete bene il pensiero di Stallman, un buon punto di partenza è Codice Libero.