Riconoscimento facciale alle frontiere europee per scovare chi mente

Il sistema usa l'analisi delle microespressioni per capire se qualcuno sta mentendo. Sperimentazione avviata in Ungheria, Grecia e Lettonia.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Le frontiere europee saranno protette anche dai "robot", vale a dire da videocamere con Intelligenza Artificiale che guarderanno in faccia una persona per capire se sta mentendo. Se l'analisi delle microespressioni susciterà un sospetto nel computer, gli agenti presenti faranno le verifiche necessarie. Il sistema si chiama iBorderCtrl e sarò sperimentato inizialmente in Ungheria, Grecia e Lettonia con l'intenzione di integrarlo su larga scala. Un esperimento simile ha avuto luogo recentemente negli Stati Uniti, alla frontiera con il Messico.

L'idea è quella di velocizzare i controlli e allo stesso tempo assicurarne l'efficacia. Un'esigenza più che concreta, considerato che ogni anno sono 700 milioni le persone che entrano in Europa (in aumento). Sta diventando difficile per gli agenti assicurare controlli adeguati su ogni persona e ogni veicolo in ingresso, senza creare troppi disagi. Da qui l'idea di un aiutante digitale. Idealmente il sistema dovrebbe rendere tutto più semplice per i viaggiatori onesti, e allo stesso tempo costituire un utile filtro per immigrati illegali e criminali.

Il sistema prevede che i viaggiatori usino un'applicazione mobile per fornire passaporto e altri documenti, e successivamente affrontino un breve colloquio con un avatar digitale, che stabilirà se è necessario l'intervento di un agente in carne e ossa. L'agente virtuale avrà un aspetto diverso e personalizzato per ogni viaggiatore, il che dovrebbe aiutare a ridurre lo stress e di conseguenza i falsi positivi.

I colloqui sono studiati per far emergere eventuali incongruenze nelle dichiarazioni. Per esempio, dopo aver domandato "cosa c'è nella sua valigia?", il viaggiatore si sentirà domandare "se le chiedo di aprire la valigia, il contenuto confermerà quanto mi ha detto?".

Una volta arrivati alla frontiera, "i viaggiatori etichettati come a basso rischio nella fase di pre-screening passeranno per una breve rivalutazione delle loro informazioni per l'ingresso, mentre quelli ad alto rischio affronteranno un controllo più approfondito", si legge sulla pagina dedicata.

Il funzionamento di iBorderCtrl è descritto in tre diverse pubblicazioni  dello scorso luglio (uno, due e tre), a cui se ne aggiunge una quarta che prende in considerazione "l'impatto legale, etico e sociale" dell'Intelligenza Artificiale per il controllo delle frontiere.

Al momento il sistema è solo sperimentale e, pare, non sarà usato per impedire a nessuno di attraversare una frontiera europea. I test eseguiti finora hanno avuto una precisione del 76%, ma si ritiene possibile raggiungere un valore dell'85%. Che sarebbe comunque piuttosto basso, e renderebbe ancora relativamente facile l'ingresso a persone che non vorremmo far entrare. Allo stesso tempo, potrebbe creare ostacoli a disagi a persone perfettamente in regola.

Problemi del tutto prevedibili considerato lo stato dell'arte di questa tecnologia; sempre nello scorso luglio, infatti, altri due studi (uno e due, basati in buona parte sugli stessi dati) ci ricordavano di come il riconoscimento automatico delle microespressioni fosse ancora acerbo e poco affidabile. Il ritmo di sviluppo è promettente, ma forse è un po' troppo presto per un'applicazione concreta come quella che si sta sperimentando in Europa.

Il risultato dell'esperimento è ancora un'incognita ma la strada è probabilmente segnata; prima o poi queste tecnologie saranno ritenute abbastanza affidabili e si comincerà a usarle davvero. Sempre che si trovi un accordo sulle implicazioni etiche e legali, che sono una questione tutt'altro che semplice.

La sorveglianza globale contro il cittadino, un tema affrontato nel film Nemico Pubblico con Will Smith.