La Russia sta covando una bella sorpresa per Google: un motore di ricerca nazionale. Secondo la testata locale RBK Daily, il Cremlino starebbe lavorando a un progetto online per "facilitare l'accesso a informazioni corrette" e "filtrare i siti web con contenuti vietati".
Il Cremlino, non certo il Castello di Disneyland
L'idea di "nazionalizzare la ricerca online" è venuta da Vladislav Surkov, responsabile dell'amministrazione presidenziale nonché mente del progetto "Silicon Valley" russo. Anche se al momento il mercato locale è dominato da Yandex (62,8%), Google al 21,9% preoccupa – e scontenta come è successo in Cina (Google lascia la Cina, è ufficiale).
Igor Ashmanov, uno dei consulenti del progetto, recentemente intervistato dalla radio Echo of Moscow, ha confermato quasi tutto e lasciato intendere le vere motivazioni che si celano dietro. Di fatto, come avrebbero dimostrato i fatti di Pechino, a suo parere, "Google è diventato uno strumento del governo statunitense".
Con investimenti adeguati e l'istallazione del motore in tutti i PC delle istituzioni russe (scuole, prigioni, ospedali, etc.) si potrebbe arrivare al 10/15% del traffico complessivo. Insomma, una quota sufficiente per contrastare Google.
"(Dal punto di vista dello Stato, se Google vincesse in Russia) sarebbe male. Sarebbe negativo e non importa che qualcuno possa pensare che la Russia non è una democrazia. Anche la democratica Europa non ama la dominazione di Google…", ha dichiarato Ashmanov.
"A nessuno piace perché, primo, un motore di ricerca è un modo per influenzare l'opinione pubblica, e secondo, è una risorsa di informazioni dettagliate su cosa pensano le persone e sul tipo di cose vogliono. Chi domina il mercato della ricerca in un paese sa che cosa le persone cercano; conosce l'andamento delle query di ricerca. Questo è un blocco unico di informazioni, che non si può prendere da altre parti".