Sarkozy vuole che Google paghi le tasse nazionali

Il Presidente della Francia punta a una normativa che obblighi i colossi digitali a pagare le tasse dove operano. Google con una serie di stratagemmi, ad esempio, riesce a pagare una tassazione del solo 2,4%.

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a cura di Dario D'Elia

Il Presidente Nicolas Sarkozy vuole che i colossi come Google paghino le tasse nei paesi dove generano profitto. Ieri durante l'inaugurazione del Conseil National du Numerique (CNN), di fatto la nuova commissione sugli affari digitali, è stato molto chiaro al riguardo. "La maggior parte di voi non può considerare normale che un'azienda sia presente massicciamente su un mercato come il nostro e poi delocalizzi tutte le sue operazioni fiscali con il solo scopo di ottimizzarle", ha tuonato Sarkò.

Google, qui non si sgarra

Senza bisogno di fare nomi tutti hanno compreso che il discorso si riferiva a Google e gli altri colossi statunitensi che dominano il Web mondiale. Come riporta infatti il Wall Street Journal, BiG in Europa paga solo una tassa del 2,4% sfruttando un complesso sistema di licenze che fa riferimento alla filiale irlandese. I profitti registrati a Dublino poi vengono rigirati sotto forma di royalty alla Google Ireland Holdings, che ha sede nel paradiso fiscale delle Isole Bermuda.

Sarkozy ha decisamente colto nel segno, ma rischia di mettere in imbarazzo governi e imprenditori. Sa bene che se la sua proposta dovesse rimanere confinata alla Francia gli effetti sarebbero vani. Ecco quindi la decisione di condividere l'iniziativa con Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Giappone. L'Italia non è stata citata, ma forse potrebbe accodarsi.

Da rilevare che Sarkozy non a caso ha riconosciuto l'importanza dell'e-economy, che in base ai dati degli ultimi due anni ha contribuito (come seconda forza trainante) alla crescita dell'eurozona.