Se Telecom non scorpora la rete: ecco le alternative

Telecom Italia potrebbe decidere di non scorporare la rete, creando un altra società, ma l'AGCM ha già spiegato le alternative.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia dovrebbe procedere con lo scorporo della rete, ma se qualcosa dovesse andare storto nel progetto di separazione della società? La risposta l'ha fornita il Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato Giovanni Pitruzzella nell'audizione di ieri presso la Commissione Lavori Pubblici, Comunicazioni del Senato della Repubblica.

"I modelli di separazione possono essere molteplici, tutti contraddistinti dalla caratteristica comune della presenza di meccanismi di governance e di monitoraggio delle decisioni da parte di organismi di garanzia", ha spiegato il presidente.

Sì o no?

Un esempio su tutti è quello del modello britannico di Openreach che è caratterizzato da una governance rigorosa, sebbene in presenza di una "divisionalizzazione e non societarizzazione della rete". In pratica l'entità che gestisce la Rete rimane una divisione dell'ex-monopolista, e non una società indipendente, sotto la supervisione del regolatore di settore. In Italia sarebbe l'AGCOM.

Due altre possibilità sono quelle già viste nel settore energetico comunitario. L'Independent System Operator (ISO), in cui l'impresa integrata mantiene la proprietà delle reti affidandone completamente la gestione a un soggetto terzo. Oppure l'Independent Transmission Operator (ITO), dove l'impresa integrata mantiene il controllo della società che gestisce la rete oltre alla proprietà, "purché garantisca l’indipendenza decisionale e funzionale nella gestione".

Piano B

In questo caso scatta l'obbligo di istituire organi di controllo sulle azioni del management costituiti da persone esterne all'incumbent. Senza contare "un quadro di norme a tutela dei terzi che hanno accesso all’infrastruttura - in particolare, predisposizione di un piano decennale di investimenti approvato, previa consultazione pubblica, dall’autorità di regolazione, che vigila poi sulla sua attuazione".

L'ultima opzione potrebbe essere rappresentata da una governance duale, con un Consiglio di Sorveglianza indipendente e dotato di ampi poteri di indirizzo (se non di decisione) sugli investimenti e sulle questioni più rilevanti ai fini della Equivalence of Input, e un Consiglio di Gestione di emanazione Telecom deputato alla gestione quotidiana.

"Entro pochi giorni, sulla base di quello che abbiamo sentito in Europa e sulla base della decisione AGCOM avremo tutti gli elementi per decidere se andare avanti", ha dichiarato il presidente Franco Bernabè al termine dell'incontro di ieri fra Telco e Commissione UE.

Una buona notizia. In ogni caso anche saltasse la separazione societaria abbiamo finalmente "una serie di piani B". Frutto di esperienze analoghe a livello europeo e nel rispetto dei regolamenti.