Servizi robotici per le PMI, la startup che risolve problemi

La HotBlack Robotics di Torino ha sviluppato un modello di servizio robotico per le imprese basato su formazione, community e sviluppo.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

"Robotica, Internet of Things e Industria 4.0 sono parole fighissime che ormai tutti stanno usando in mille contesti e che però dietro hanno una prospettiva molto più seria, ovvero la ricerca di competenze su queste tematiche", dice il trentaduenne Gabriele Ermacora della startup HotBlack Robotics di Torino.Il nodo di tutta questa rivoluzione industriale è che in Italia sembrerebbero mancare analisti e progettisti di software, disegnatori industriali, tecnici esperti in applicazioni e altre figure che lo stesso settore richiede, stando anche all'ultima indagine dell'associazione di categoria UCIMU e l'agenzia di lavoro E-Work.

HotBlack Robotic

HotBlackRobotics ha avuto un'intuizione nel 2015 che qualcuno potrebbe definire paradigmatica. Ovvero rivolgersi direttamente alle piccole e medie imprese per risolvere i loro problemi di produttività con la robotica. Perché se da una parte le società specializzate sono a caccia di talenti, dall'altra non tutte le imprese possono permettersi le loro proposte commerciali. Ve lo immaginate un quasi anonimo produttore di conserve che chiede un preventivo alla COMAU? Eppure le PMI potrebbero fare un salto di qualità se disponessero di nuove tecnologie.

HotBlackRobotics di fatto ha messo in piedi un modello di business circolare dove formazione, community e sviluppo procedono sinergicamente. "Siamo una piattaforma cloud di robotica. Abbiamo una community che sviluppa progetti e lavora sulla customizzazione in base alle richieste", spiega Gabriele.

Rokers
Rokers

La community si chiama Rokers (Robot Makers) e ormai conta 2mila appassionati che rimangono in contatto tramite il sito omonimo, il gruppo di Facebook ed eventi.

"Ho cercato di sviluppare in Austria il network però non ci sono riuscito. Si parla di fuga di cervelli, ma in realtà non è così facile. Sono tornato a Torino per il progetto WCAP, il programma di TIM dedicato alle startup, e alla fine nel girovagare da startupper ho incontrato i 42accelerator che poi sono diventati i nostri business angel".

La modalità operativa però non è scontata. "Iniziamo con la formazione nelle scuole professionali, università oppure online e 'insegniamo' la robotica. Alcuni dei partecipanti si appassionano e aderiscono alla community. Quindi alimentano le file del gruppo, spesso portando nuove competenze. Nel tempo ci siamo accorti che anche le aziende si iscrivono a Rokers per indagare sui temi. E così si generano potenziali commesse".

Le scuole (soprattutto ITIS) e le università stesse grazie ai progetti alternanza scuola-lavoro, il Programma Operativo Nazionale del MIUR e bandi stanno creando FabLab interni che catalizzano l'attenzione delle imprese sul territorio. "Gli ITIS da 2 anni a questa parte stanno diventando, almeno nella mia esperienza, HUB di innovazione. E dentro ci sono ragazzi di 16 o 17 anni smanettoni che hanno competenze utili al mercato. Non è vero che mancano diffusamente competenze", aggiunge Ermacora.

"È vero che io e il mio socio, Ludovico Russo, siamo due laureati in ingegneria informatica (meccatronica) con dottorati alle spalle, ma quel che conta è l'approccio metodologico del making. Ovvero impari a fare cose nel concreto e poi da questo si alimenta lo stimolo ad approfondire la parte teorica. È l'esatto opposto della tradizionale formazione scolastica".

hotblack robotics

Ad esempio in un campus a Bardonecchia hanno lanciato la sfida di realizzare un ipotetico rover per Marte. In pratica un robottino con ruote e telecamera. Il trucco è che hanno pre-impostato dei template di Arduino dove inizialmente ci si basa sul copia-incolla per far girare l'applicazione, però per modificare una parte bisogna entrare nel codice e a quel punto capire come muoversi. Più riesci ad andare in profondità nel codice e più senza rendertene conto impari.

"Per dialogare con le imprese ci vuole ovviamente una struttura dietro, come la nostra startup. Noi ci interfacciamo e poi in base ai progetti coinvolgiamo i migliori specialisti della community in base alle esigenze. Quando faccio i preventivi li inserisco nel budget e poi ovviamente ricevono il loro compenso".

UpWork
UpWork

"Ci siamo ispirati un po' a UpWork, la piattaforma per sviluppatori freelance. In questo caso pagano a ore, nel nostro invece per progetto. Ad esempio ci è arrivata recentemente una commessa per un umanoide da impiegare in uno spettacolo e quindi ci siamo rivolti a un nostro esperto di stampa 3D. Abbiamo chiamato un ragazzo che ha coinvolti altri amici esperti per realizzarlo".

Le aziende in realtà non vogliono esperti di robotica bensì migliorare il sistema produttivo con un servizio chiavi in mano. "L'ordine degli ingegneri parteciperà a una fiera sull'automation e technology e voleva fare uno show robotico. Impiegheremo il braccio E.DO di COMAU, che abbiamo co-sviluppato a scopo edutainment, insieme ad altre parti robotiche".  

comau edo
E.DO

E poi c'è un'area che ha un potenziale enorme che è quello della robotica collaborativa. Un tipo di robotica che non lavora sulla grande produzione ma su lotti piccolissimi. Ad esempio saldature simili applicate a commesse diverse. Quindi una robotica che costa meno da impiegare nel tempo con lavori differenti.

In pratica l'esigenza è di intervenire più volte sul software per rispondere alle esigenze del momento. I preventivi in tal senso se realizzati da aziende strutturate sono molto alti perché bisognerebbe affidarsi a un consulente esterno di robotica industriale costretto a muoversi per ogni intervento.

La tecnologia di HotBlackRobotics non richiede un intervento quotidiano, ma un macro-intervento saltuario e poi in loco gli addetti possono agire in autonomia. Ad esempio il saldatore può abilitare una routine semplicemente spostando fisicamente la testina del braccio nei punti di intervento e lasciando al software la registrazione dei movimenti e la successiva replica.

Universal Robotics
Universal Robotics

"Si tratta di una linea di bracci realizzati dalla Universal Robotics che costano tra i 20 e i 25mila euro e comprendono anche centralina e qualche sensore. Ovviamente in fase di commessa mostriamo prima con un prototipo cosa si potrà fare.  In questo caso il nostro impegno è software", puntualizza l'esperto.

"A me davvero piacerebbe sapere che figure esattamente cercano le aziende di robotica, perché oggi il mercato domanda servizi di robotica. Che sono un'altra cosa. Noi lavoriamo con la community perché le richieste sono tutte diverse. Come fai come azienda specializzata a gestire servizi robotici così tanto diversi e competenze diverse? È impossibile".